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Cattolici Genovesi




















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Devozioni e Preghiere



 

LA LEZIONE DI S.BERNARDO




S. Bernardo, uno dei più eminenti personaggi del suo tempo, abate cistercense, fu consigliere di papi, re ed imperatori, scrisse la regola dei Templari, i famosi monaci che difesero la Terrasanta. predicò la II Crociata. Fu uomo pio, dedito alla preghiera ed allo studio. Quando il suo discepolo sali al soglio pontificio col nome di Eugenio III, alla richiesta di fornirgli alcuni consigli per l'adempimento di questo incarico inaspettato e per il quale non si sentiva preparato, S. Bernardo gli inviò una lunga lettera che per i] contenuto è sempre attuale tanto da ritenere una lettura che ogni Papa dovrebbe conoscere. Riportiamo qui di seguito alcuni stralci dai quali si evince il carattere forte e il senso di giustizia di Bernardo di Chiaravalle.


"Vorrei che stabilissi come regola generale di ritenere sospetto chiunque abbia paura di dire in pubblico ciò che sussurra all'orecchio; se poi rifiutasse di ripeterlo davanti i tutti, consideralo alla stregua di un calunniatore, non di un accusatore. Il flusso delle cose temporali corrode la coscienza. Molte devi ignorarle, parecchie trascurarle, alcune dimenticarle. Ve ne sono alcune che non vorrei fossero sconosciute. Tu non devi essere l'ultimo a conoscere i disordini che avvengono nella tua casa. Alza la mano sul colpevole. L'impunità provoca temerarietà ed apre la via ad ogni eccesso. Con chi hai dimestichezza, o sono più onesti degli altri, o riempiono di chiacchiere la bocca di tutti. Non ti consiglio tuttavia di essere severo, ma grave. La severità è costante per chi è un po' debole, mentre la gravità mette a freno chi è sventato. La prima rende odiosi, ma se manca la seconda si diventa oggetto di scherno.
Comunque, è più importante in ogni caso il senso della misura. Io ti vorrei né troppo severo, né troppo debole. Nel palazzo comportati da Papa, tra i più intimi da padre di famiglia. Riepilogando, la Chiesa romana che governi per volontà di Dio, è madre delle altre chiese, non la loro padrona, di conseguenza tu non sei il padrone dei vescovi, ma uno di essi. Per il resto considera che devi essere modello esemplare di giustizia, lo specchio della santità, l'esempio della pietà, il testimone della verità, il difensore della fede, il maestro delle genti, la guida dei cristiani, l'ordinatore del clero, il pastore dei popoli, il maestro degli ignoranti, il rifugio dei perseguitati, il difensore dei poveri, l'occhio dei ciechi, la lingua dei muti, il sacerdote dell'Altissimo, il Vicario di Cristo, l'unto del Signore,e da ultimo, il re".


 
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