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LA DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA
Dottrina sociale della Chiesa è il complesso delle nozioni della filosofia sociale e della teologia sulla natura e sull'ordinamento dell'umana società, nonché sulle norme e sui compiti che ne risultano
che vanno attuati nelle concrete situazioni storiche (J. HOEFFNER).
Si desume che vi é un complesso di norme che devono ispirare linee di azione concreta a singoli governi. E' necessaria un'opera di adattabilità di queste norme alle situazioni storiche concrete. La stessa definizione di dottrina sociale e la sua opportunità ad usarla ha creato ampi dibattiti che hanno fatto emergere con più chiarezza la complessità dei problemi sociali. Dal Catechismo della Chiesa Cattolica leggiamo:" L'insegnamento sociale della Chiesa costituisce un corpo dottrinale che si articola man mano che la Chiesa, alla luce della parola rivelata da Gesù Cristo, con l'assistenza dello Spirito Santo, interpreta gli avvenimenti nel corso della storia". La dottrina sociale riguarda il comportamento di singoli ed istituzioni in tutti campi del vivere sociale (politica, economia, ecc..) Nelle società feudali, preindustriali la Chiesa essenzialmente si rivolgeva all'individuo per indicargli qual era la via della salvezza da perseguire attraverso un comportamento personalmente in linea con i principi della dottrina cristiana. Gli eventi negativi dal punto di vista sociale come carestie, pestilenze non erano attribuibili all'uomo. Altri eventi come guerre e distruzioni anche se attribuibili a colpe umane o erano da ritenersi colpe di singoli individui o ripartibili tra i vari contendenti per cui gli ammonimenti diretti ai singoli erano ritenuti sufficienti anche perché la società era impregnata fondamentalmente di principi cristiani. L'uomo era ed é peccatore e per questo commetteva peccati ma era pur sempre a conoscenza del bene e del male. Inoltre, nella società del passato, i mezzi di produzione erano arretrati rispetto a quelli attuali e quindi non si realizzavano situazioni di potere economico dominanti a tal punto da condizionare in maniera totalizzante il comportamento umano. Fino al secolo scorso la produzione di beni era solo in certi casi sufficiente, raramente abbondante e più frequentemente scarsa. Con i mezzi tecnologici attuali anche se vi sono zone del pianeta che vivono con grande difficoltà, nei paesi progrediti si hanno mezzi tali da realizzare produzioni sovrabbondanti e con un minimo impiego di forza lavoro. Attualmente 1 'uomo può dominare la natura mentre fino a pochi decenni fa questo non era possibile. I problemi dei nostri avi erano ben diversi da quelli nostri. La scarsità dei prodotti costituiva un problema, per noi i nuovi processi produttivi che possono dare abbondanza di prodotti ne creano altri ancora più complicati. Se l'introduzione di macchine, tanto per fare un esempio, riducono il numero degli occupati si hanno disoccupati da una parte sempre più poveri a fronte di occupati meglio retribuiti. Nel secolo scorso quando si ebbe un grande sviluppo produttivo si insieme agli enormi vantaggi si crearono situazioni sociali difficili anche per l'affermarsi di ideologie liberiste e socialiste che pretendevano di risolvere i problemi sociali i primi col semplice libero mercato ed i secondi con la lotta di classe. La Chiesa preoccupata del bene comune interviene per affermare in maniera precisa il suo insegnamento. Così, con l'Enciclica RERUM NOVARUM (1891) del Papa LEONE XIII inizia l'insegnamento economico sociale della Chiesa. Nell'arco di un secolo sono apparsi numerosi documenti che hanno dato alla materia un'impostazione sempre più chiara che permette di vederne l'insieme dei quesiti sviluppati come parte di un tutto organico. Nello stesso tempo le diverse situazioni hanno trovato di volta in volta una risposta. Poiché l'evoluzione sociale ed economica nel tempo si prospetta sempre diversa così si hanno altri quesiti che hanno bisogno di altre risposte. La Dottrina Sociale della Chiesa non é una "terza via" tra capitalismo liberista e collettivismo marxista e neppure una possibile alternativa, per altre soluzioni meno radicali; Non è un'ideologia , ma l'accurata formulazione dei risultati di un'attenta riflessione sulle complesse realtà dell'esistenza dell'uomo, nella società e nel contesto internazionale, alla luce della fede e della tradizione ecclesiale. Il suo scopo principale è di interpretare tali realtà, esaminandone la conformità o la difformità con le linee dell'insegnamento del vangelo.... Non appartiene al campo dell'ideologia ma della teologia e specialmente della teologia morale. (SOLLICITUDO REI SOCIALIS) Quindi non é la realizzazione della "terza via" che sarebbe una soluzione di tipo ideologico e finirebbe per chiudere tutto in un munito fortino con troppi vincoli, ma é soltanto un insegnamento dato a uomini responsabili a cui spetta dare concretezza. Tutti i documenti sociali della Chiesa paiono derivare da alcuni capisaldi destinati a durare nel tempo. da un lato l'insegnamento del Vangelo che si propone la salvezza dell'umanità, dall'altro,I1 irrinunciabile necessità di promuovere l'attività umana verso il conseguimento del bene comune. Il bene comune é in astratto sempre lo stesso mentre, nel concreto, è cosa continuamente mutevole. Nell'insegnamento economico sociale si rileva un'evidente continuità tra i testi delle varie encicliche - quelle più recenti danno ulteriore chiarimento e spiegazione dei quesiti delle precedenti. Il desiderio di continuità non sempre si concretizza senza un notevole sforzo. La Scienza Economica é quella scienza che studia la condotta umana come relazione tra finì determinati e mezzi scarsi applicabili ad usi alternativi. La scienza economica indica dei fini ed il modo per realizzarli a volte nell'astrazione si indicano obiettivi che non sempre corrispondono alla realtà anche perché l'uomo viene visto in termini solamente economici. Con l'econometria si cerca di dedurre dati economici da comportamenti rilevati statisticamente. Il legame tra mezzi e fini nell'economia sono indiscutibili per questo l'economia é una scienza che studia l'uomo com'é. La Dottrina sociale della Chiesa insegna come deve essere. Ignorare la scienza economica vuol dire andare incontro a disastri ma cocepire i rapporti umani solo come rapporti economici che si sanano da soli porta a dei risultati ugualmente negativi. La Chiesa rispetto alla moderna scienza economica rifiuta il fondamento economicistico e la concezione materialistica MATER ET MAGISTRA (M.M.) Non arriva a negare che possano esistere leggi economiche le quali, essendo tratte dalla natura stessa delle cose e dall'indole dell'anima e del corpo umano hanno fondamenti di natura che non sì possono che accettare. La conoscenza di queste leggi deve rappresentare un vincolo utile a stabilire quali limiti si possa o non si possa raggiungere QUADRAGESIMO ANNO (Q.A.). Si fa una distinzione fra economia politica ed economia borghese; La scienza economica come analisi e ricerca delle leggi economiche. Economia borghese invece, come schema logico-razionale volto a realizzare il massimo profitto. La concorrenza diventa una semplice giustificazione della legge del più forte. Alla libertà di mercato subentra l'egemonia di mercato, la dispotica padronanza dell'economia in mano a pochi individui. Il frutto naturale della sfrenata libertà di concorrenza lascia sopravvivere i più forti, i più violenti e che hanno poco cura della coscienza. Per il cristiano il mondo in cui viviamo non é un mondo perfetto perché tutti siamo portatori del peccato originale. Così non esistono regole economiche che semplicemente applicate possano realizzare un mondo perfetto. La Chiesa conscia di tutto questo non nega la veridicità dì certe affermazioni né si impegna a ricreare una dottrina economica di stampo cristiano in termini scientifici (valori e quantità), ma facendo ricadere sul comportamento umano la luce di principi morali vuole dare quelle indicazioni che realizzano la finalità del bene comune. Se il guadagno può essere un motivo per impiegare energie e fatiche, tale fine non potrà mai essere alla luce di una visione cristiana, l'unico ed assoluto scopo del nostro agire. Nelle Encicliche precedenti la Il guerra mondiale si evidenziano in maniera chiara i limiti dell'individualismo economico. Sono contenuti i principi di una vera e propria filosofia della storia. Il processo storico non é necessariamente un passaggio continuo e certo da una condizione di minore a quella di maggiore progresso. La visione ottimistica del pensiero liberale era smentita dalle periodiche crisi che colpiscono i vari stati. Si riteneva che il capitalismo, in quanto ridotto a categoria universale definita una volta per tutte, comportasse la subordinazione del lavoratore dipendente rispetto all'imprenditore capitalista che é subordinato al profitto. Il profitto per essere difeso spingeva le aziende a far deviare i processi produttivi verso forme oligopolistiche creando squilibri sia sul piano nazionale che mondiale con gravi pericoli per l'occupazione e gli equilibri sociali, crisi economiche, guerre. Gli stessi processi tecnologici migliorando la produttività, non necessariamente si traducono in diminuzione dei prezzi ma finiscono per aprire un vuoto tra domanda globale e offerta globale. In questo senso se gli automatismi del mercato non permettono il raggiungimento di equilibri soddisfacenti volendo salvare il bene comune si propongono aggiustamenti Così lo Stato attraverso opportune normative può intervenire non tanto a dirigere ma a correggere gli squilibri che si creano nel mercato. SALARIO - Importante é il concetto di salario che deve essere giusta mercede; L'aspirazione sarebbe che il salario sia adeguata ricompensa per il dipendente per il suo mantenimento e quello dei familiari oltre a rendere possibile risparmio. L'aspirazione sarebbe quella di avvicinare dì più le classi sociali e ridurne il grado di conflittualità. Il concetto di bene comune non può prescindere dal riconoscimento della utilità, dalla collaborazione delle varie classi sociali. La pace sociale e l'ordine sono alla base del bene comune. In una società come la nostra dove il lavoratore dipendente a causa di disposizioni di legge molte provvidenze sono garantite (pensioni e sanità) dallo stato si crea un differenziale tra il costo del lavoro e il salario che viene periodicamente percepito dal dipendente. Inoltre, in una società come quella presente dove si è costretti ad utilizzare molti servizi la congruità del salario per famiglia riesce sempre più difficile commisurarlo ad una sola retribuzione. Per vivere occorre spesse volte più d'un salario a differenza di quanto era possibile all'inizio del secolo. DIRITTO DI PROPRIETA' - Nella Rerum novarum e nella Quadragesimo anno si parte dalla naturalità del diritto di proprietà sia ciò che l'uomo consuma che anche la proprietà dei mezzi di produzione anche se assoggettata ad eventuali funzioni sociali. In ogni caso la cessione di beni alla collettività devono trovare compenso adeguato e non essere mai una confisca. La proprietà non deve essere svuotata del suo contenuto ma deve essere temperata (Q.A.) La posizione negativa della Chiesa sul socialismo o, come spesso viene chiamato, il comunismo non deriva solo dal mancato riconoscimento del diritto di proprietà ma dalla natura atea, il suo essere inevitabilmente un sistema ingiusto, ed intrinsecamente perverso DIVINI REDEMPTORIS (D.R.) Anche in (Q.A.) era detto che il socialismo precipitando nel comunismo persegue con metodi violenti la lotta di classe più accanita e l'abolizione assoluta della proprietà privata. CENTESIMUS ANNUS (C.A.) Enciclica promulgata nel centenario della Rerum Novarum. Vi é all'inizio una rilettura della R.N. come documento di base della CHIESA. Questa Enciclica contiene in maniera sintetica quello che è il cuore della dottrina sociale della Chiesa sottoponendo nel contempo a severa critica sia il Liberismo che il Socialismo. Nella C.A si rilevano due dati fondamentali: 1) La LIBERTA' dev'essere subordinata alla VERITA' - l'uomo é libero quando sceglie il BENE, il GIUSTO e il VERO (l'uomo é libero per qualcosa). Mentre per la concezione NATURALISTA LA libertà é vista come ASSENZA di REGOLE (l'uomo é libero da qualcosa); 2) la PACE deve essere SUBORDINATA alla GIUSTIZIA per essere DURATURA. CRITICA FONDAMENTALE DEL SOCIALISMO L'errore fondamentale del SOCIALISMO é di carattere ANTROPOLOGICO. Vi é L'INCOMPRENSIONE DELLA VERA NATURA dell'uomo. Nella Società socialista il bene dell'uomo é subordinato al funzionamento della società. La possibilità di scegliere il BENE e la LIBERTA' individuale e collettiva è di costituire comunità intermedie autonome dallo STATO nel Socialismo é negata. La SOGGETTIVITA' dell'individuo e della società é annullata nel SOCIALISMO REALE. Il SOCIALISMO avrebbe commesso un "peccato originale" professando un ATEISMO RAZIONALISTA che disconosce la contraddizione strutturale dell'uomo, in cui coesistono desideri infiniti e una natura umana finita - Viene spezzato il legame tra VERITA' e LIBERTA' riguardo l'esistenza stessa di una VERITA' ultraterrena. Dall'incomprensione della reale natura umana nasce la dottrina della LOTTA DI CLASSE vista non come ricerca del BENE COMUNE ma affermazione dei diritti di una classe sull'altra. L'incomprensione della natura umana avrebbe portato i REGIMI COMUNISTI a violare e poi negare i fondamentali diritti della persona. La conclusione é che senza LIBERTA' la società decade perché la vita sociale progressivamente si disorganizza. La LIBERTA' muore con l'UTOPIA. Quando gli uomini pensano di possedere il segreto di una SOCIETA' PERFETTA che rende impossibile il MALE, ritengono di poter usare tutti i MEZZI anche la VIOLENZA e la MENZOGNA per realizzarla. La politica diventa una RELIGIONE SECOLARE che si illude di poter costituire PARADISI in questo MONDO. CRITICA ALLA SOCIETA' OCCIDENTALE La critica riguarda le due istituzioni, il CAPITALISMO e la DEMOCRAZIA. L'Enciclica fa riferimento alle carenze umane del CAPITALISMO e al senso di ALIENAZIONE che affligge il lavoratore nella moderna SOCIETA' OCCIDENTALE. L'ALIENAZIONE non deriva dallo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, ma, dal dominio di un meccanismo IMPERSONALE come il MERCATO su tutti gli uomini CAPITALISTI e LAVORATORI compresi. L'Enciclica non mette in discussione il CAPITALISMO come istituzione, ma lo Spirito con cui viene interpretato - CRISI MORALE e CULTURALE - Perdita dell'AUTENTICO senso dell'ESISTENZA. L'Occidente avrebbe commesso l'errore di cedere ad una concezione MATERIALISTICA della LIBERTA'. Il MERCATO é considerato come un meccanismo SPONTANEO AUTOREGOLANTESI non modificabile negli ESITI finali. Nella realtà deve essere INTEGRATO perché non é in grado di Produrre e distribuire autonomamente i BENI necessari all'appagamento dei BISOGNI UMANI dei molti CHE NON HANNO ACCESSO AL MERCATO. La MODERNA SCIENZA ECONOMICA ha sancito il fallimento del MERCATO. Lo STATO deve provvedere alla difesa ed alla tutela di BENI COLLETTIVI come l'AMBIENTE NATURALE e l'AMBIENTE UMANO che non possono essere assicurati dal MERCATO. La C.A. formula per lo STATO tre compiti fondamentali: 1) garantire i DIRITTI individuali di LIBERTA' e PROPRIETA'; 2) sorvegliare e guidare l'esercizio dei DIRITTI primari come il LAVORO; 3) Intervenire contro situazioni di MONOPOLIO svolgendo funzione di SUPPLENZA. Lo Stato deve intervenire solo in via SUSSIDIARIA. La SOGGETTIVITA' della società e i DIRITTI dell'uomo sono due elementi essenziali sulla base dei quali viene giudicata la DEMOCRAZIA. Per la prima volta viene manifestata preferenza per il regime DEMOCRATICO ma non INCONDIZIONATAMENTE. L'Enciclica critica la FILOSOFIA CONTRATTUALISTICA che considera il popolo depositano e fonte della SOVRANITA' e che affida ad esso il compito di stabilire ciò che é GIUSTO e LECITO fare (definire la VERITA'). La Chiesa si rifà alla visione GIUSNATURALISTICA della società che fonda il DIRITTO POSITIVO sul DIRITTO NATURALE e riconduce quest'ultimo al DIRITTO DIVINO. La DEMOCRAZIA é autentica quando tutela i DIRITTI NATURALI inviolabili ed inalienabili dell'uomo. In conclusione : CAPITALISMO e DEMOCRAZIA sono accettati nel metodo che é quello della LIBERTA' e della soluzione PACIFICA dei conflitti sociali. Critica la filosofia CONTRATTUALISTICA che spesso li ispira. La LIBERTA' deve essere subordinata alla VERITA' e la PACE alla GIUSTIZIA. __________________________________________________________________________________________ RERUM NOVARUM 1891 - LEONE XIII - Chiesa di fronte al capitalismo - Rimedio nella collaborazione delle classi sociali - Propone la carta dei diritti e dei doveri (salario minimo orario) - Legittima la funzione dei sindacati - Lo Stato deve intervenire nella vita sociale per concorrere con - Le leggi al bene comune (sussidiarietà) - La pace e' subordinata alla giustizia - Vi e' una critica al capitalismo troppo individualista - La proprietà privata e' un diritto naturale - Il lavoro non e' una merce qualsiasi - Il mercato ha bisogno di correttivi - Accettazione critica del capitalismo QUADRAGESIMO ANNO 1931 - PIO XI - Giustizia sociale nell'economia di mercato - La ricchezza e risultato di collaborazione sociale - Il salario deve permettere vita dignitosa e anche piccolo risparmio - Proposta di partecipazione alla conduzione dell'impresa e partecipazione agli utili - L'autorità ha funzione di sorveglianza e controllo (sussidiarietà) - Vi e' anche collegato al principio precedente l'intendimento di favorire il passaggio di poteri dallo stato a comunità intermedie (corporativismo cattolico) modello per superare la riforma del capitalismo senza distruggerlo. DIVINI REDEMPTORIS 1937 - PIO XI 1) Confutazione del comunismo intrinsecamente perverso perché si rifà ad una errata filosofia della storia: evoluzionismo e materialismo, pretesa di una umanità senza Dio la società sarebbe senza altra gerarchia che quella dettata dal potere economico 2) Proposta - idea di equità distributiva - tentativo di coniugare efficienza ed equità - diritto individuale e bene comune. RADIOMESSAGGIO DI PENTECOSTE 1941 - PIO XII - La guerra come esito finale di un processo di progressiva violazione del diritto naturale internazionale - Il positivismo giuridico ha portato alla rottura del rapporto tra diritto divino, diritto naturale e diritto positivo - Guerra come scontro tra nazionalismi - Primato del diritto naturale (proprietà famiglia lavoro concetto di ordine - quello che assicura il maggior numero di diritti fondamentali della persona compatibili col bene comune RADIOMESSAGGIO NATALIZIO 1941 - PIO XII - L'Argomento e l'ordine mondiale - La crisi della civiltà e dovuta all'affermarsi di principi utilitaristici e del nazionalismo propone un federalismo che rispetti gli stati nazionali - concetto di sussidiarietà. - Cinque principi 1 Tutela della libertà e sicurezza degli Stati 2 Tutela culturale delle minoranze 3 Equa distribuzione delle riserve e cooperazione 4 Riduzione degli armamenti 5 Riconoscimento della liberta' religiosa MATER ET MAGISTRA 1961 - GIOVANNI XXIII - Articolata in varie parti 1 Insegnamenti della Rerum Novarum 2 Aggiornamenti 3 Nuovi aspetti della questione sociale - Si propone la collaborazione tra pubblico e privato per il bene comune - Ritorna il discorso sul salario, proprietà - Principio di collaborazione tra stato e mercato - I problemi economici sono visti in un'ottica mondiale - Sostegno delle aree arretrate - Politica di aiuto ai poveri - Problema demografico PACEM IN TERRIS 1963 - GIOVANNI XXIII - L'ordine sociale è un ordine naturale non spontaneo - Singole comunità sono chiamate a concorrere al bene comune - Cooperazione tra gli stati - Occorrono organismi sovranazionali - Pericolo che stati potenti condizionino gli organismi internazionali - Potenziare l'autogoverno dei singoli stati (universalismo cristiano) i cattolici come costruttori di pace 1965 CONCILIO VATICANO II - GAUDIUM ET SPES varie parti: - La Chiesa e la vocazione dell'uomo - Alcuni problemi urgenti ( matrimonio famiglia vita economica) - La socialità vista come elemento costitutivo dell'uomo - Autonomia e subordinazione dell'economia dall'etica - Etica definisce i finì - l'economia indica i mezzi per raggiungerli - bisogna porre un sistema di vincoli che permetta lo sviluppo che non sia spontaneo ma orientato POPOLORUM PROGRESSIO 1967 - PAOLO VI - Il liberismo internazionale come causa dello sviluppo diseguale - Consapevolezza della mondializzazione - pericoli dell'economia abbandonata a se stessa - Politica di pianificazione degli aiuti - Ripropone la politica di cooperazione - La pace dipende dallo sviluppo OCTAGESIMA ADVENIENS 1971 -PAOLO VI - Cooperazione - Creazione di ampi spazi di partecipazione per contrastare il potere tecnocratico REDEMTOR HOMINIS 1979 - GIOVANNI PAOLO II L'uomo è dominato dalle cose deve, invece, recuperare il dominio del mondo visibile LABOREM EXCERSENS 1981 - GIOVANNI PAOLO II - Il lavoro e la chiave essenziale di tutta la questione sociale lavoro come dovere come bene dell'uomo - Diritto di proprietà e ancora più limitato per la sua funzione sociale - Critica i due modelli ma non propone una terza via SOLLICITUDO REI SOCIALIS 1987 - GIOVANNI PAOLO II - Speranze deluse - Non basta lo sviluppo per migliorare le condizioni dei diritti civili e democratici - Cause del sotto sviluppo - Brama di profitto - Sete di potere - Proposta solidarietà come via di sviluppo e di pace CENTESIMUS ANNUS 1991 - GIOVANNI PAOLO II - La Rerum Novarum è definita: "paradigma permanente della chiesa cattolica" - Libertà subordinata alla verità - Pace subordinata alla giustizia - Condanna del socialismo - critica alla società occidentale |