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Nella società scristianizzata e secolarizzata abbiamo più di una occasione per dover affrontare problemi inerenti alla difesa della vita. L'egoismo, la libertà sessuale, l'autorealizzazione della donna, sono diventati degli elementi irrinunciabili anche di fronte alla vita del nascituro. Questo viene definito progresso in contrapposizione alle convinzioni sociali precedenti. Diritti civili sono pure diventati i comportamenti che in precedenza venivano considerate devianze e forme di regressione sessuale. La pornografia in tutte le salse e a tutte le ore entra con la tv nelle nostre case senza che nessuno abbia nulla da ridire. Il corpo delle donne quasi sempre senza veli viene esibito come elemento per pubblicizzare i prodotti più disparati; anche in questo caso non vi sono proteste neppure della più accanite femministe sessantottine forse perché sono in disarmo. La famiglia penalizzata dalla legalizzazione del divorzio ha sempre più difficoltà ad adempiere la sua missione educativa nei confronti dei figli. La facilità con cui si formano le famiglie è quasi la stessa con cui si disgregano. Se da una parte, in un mondo reso sempre più precario da una visione lassista del legame matrimoniale e da condizioni economiche spesso non facili, abbiamo di conseguenza un calo di nascite anche per i 130/140.000 aborti annui, da altra parte vi è chi desidera a tutti i costi avere figli ricorrendo a pratiche non naturali. Clonazioni umane (per ora tentate), uteri in affitto, uteri artificiali, si stanno tentando tutte le vie fuori da ogni procedura naturale tanto da trasformare l'individuo in un prodotto industriale, secondo i canoni più distorti del mercato. Quindi, viviamo in un mondo di contraddizioni tra chi i figli li elimina con l'aborto e chi non potendone avere ricorre a tutte le forme surrogate ed artificiali per averne. Si nega la vita alla nascita con l'aborto, ma si rischia anche al momento del trapasso con la scusa della difesa della dignità della vita (la sofferenza non è dignitosa, dicono) si vorrebbe legalizzare l'eutanasia, autentico suicidio-omicidio quando si aiuta a morire. Non siamo in linea di principio contrari agli espianti /trapianti ma, occorre che vi sia la certezza della morte del donatore per poter procedere. Dagli studiosi della medicina legale vi sono indicazioni per accertare le condizioni del donatore da espiantare, vengono adottate tutte le misure previste? In molti casi abbiamo il sospetto che questo non avvenga. Tanti sono gli argomenti da affrontare, cerchiamo di farlo nel migliore dei modi. INDICE
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