Difesa della Vita
SI VOGLIONO ABOLIRE I CIMITERI?
La legge n. 130 del 2001 in materia di cremazione e dispersione delle ceneri, approvata a larga maggioranza pur introducendo novità di rilievo è tuttora ignora dal grande pubblico. Da un recente studio del prof. PAOLO BECCHI si possono fare una serie di interessanti considerazioni.
L'articolo 411 del codice penale faceva divieto esplicito di disperdere le ceneri, i codice prevedeva la reclusione da due a sette anni, secondo l'art. 2, la nuova legge riduce la pena da due mesi a un anno con una multa se la dispersione è illegale, cioè non autorizzata dall'ufficiale di stato civile sulla base dell'espressa volontà del defunto. L'art. 3 lettera c. precisa i luoghi in cui la dispersione può essere autorizzata
(all'interno di cimiteri, in aree appositamente predisposte, in aree private, all'aperto con il consenso dei proprietari, in mare, nei laghi e nei fiumi, purché lontani da centri abitati o da manufatti). La dispersione può essere operata dal coniuge od alto familiare avente diritto e da ultimo, dal personale autorizzato del Comune.
La nuova legge sottolinea che la dispersione delle ceneri è autorizzata unicamente nel rispetto della espressa volontà del defunto, mentre prima la dispersione nel cinerario comune poteva, per il regolamento di polizia mortuaria, anche avvenire qualora i familiari non avessero provveduto ad altra destinazione, con queste disposizioni non è neppure previsto la creazione di un cinerario comune ma, si avrebbe una dispersione totale. Insomma, si introduce per legge un principio che sconvolge radicalmente il modo di intendere il nostro rapporto con i morti, eliminando persino le loro ceneri , senza fornire alcuna garanzia in merito all'accertamento della volontà del defunto.
L'innovazione più sorprendente e cervellotica da applicare è l'obbligo previsto dall'art. 3 lettera h, in cui si prescrive per il medico necroscopo di raccogliere dal cadavere e conservare per un periodo minimo di dieci anni, campioni di liquidi biologici ed annessi cutanei, indipendentemente dalla pratica funeraria prescelta, per eventuali indagini derivanti da cause giudiziarie. La cosa formulata in questi termini sembra rivolta a tutti con gravi problemi di ordine pratico oltre ai costi non indifferenti.
Ai sensi del testo unico delle leggi sanitarie del 1934 all'art. 338 i cimiteri dovevano essere posti a distanza di almeno duecento metri dai centri abitati, la nuova disposizione prevista dalla legge n. 130 del 2001 lo esclude per i cimiteri di urne.
Da segnalare inoltre che la legge all'art. 6 affida la costruzione e la gestione dei crematori, unicamente ai comuni abrogando così tacitamente l'art. 343 comma 1° del testo unico delle leggi sanitarie secondo il quale alle amministrazioni comunali spettava soltanto l'onere di concedere gratuitamente l'area necessaria per la costruzione di crematori su iniziativa dei privati. In epoca di privatizzazioni, si va in direzione opposta pubblicizzando i crematori con buona pace delle diverse SO.CREM (società di cremazione) che sino ad oggi erano incaricate della gestione dei crematori.
Ultima innovazione, sotto il profilo economico, sicuramente più vistosa, è l'abolizione della gratuità della cremazione. Solo dei defunti di accertata indigenza sono bruciati gratis, in tutti gli altri casi si paga.
La cremazione, a tutti gli effetti, con il nuovo regolamento sembra facilitata anziché essere considerata da un punto di vista laico una possibile pratica funeraria accanto all'inumazione e alla tumulazione.
Per quanto concerne la Chiesa cattolica occorre ricordare che si è passato dalle condanne precedenti all'uso della cremazione la più severa delle quali è di Leone XIII (19 maggio 1886) che, in maniera esplicita definisce "detestabile l'uso della cremazione", fino alla decisione di Paolo VI (5 luglio 1963) di togliere la condanna.
Il nuovo atteggiamento non poteva non essere recepito dal Codice di diritto canonico del 1983, il quale "non proibisce la cremazione, a meno che questa non sia stata scelta per ragioni contrarie alla dottrina cristiana".
Sarebbe importante conoscere la posizione della Chiesa cattolica riguardo alla dispersione delle ceneri. Se già la sepoltura anonima contraddice l'idea cristiana della dignità dell'uomo come immagine di Dio, ciò non dovrebbe a maggior ragione valere anche per la dispersione delle ceneri?
L'aspetto tuttavia che solleva maggiori perplessità nella nuova legge è un altro. Uno degli ultimi principi in essa elencati merita di essere riportato integralmente: "l'Ufficiale dello stato civile, previo assenso dei soggetti di cui alla lettera b) n. 3 o, in caso di loro irreperibilità,dopo trenta giorni dalla pubblicazione nell'albo pretorio del comune di uno specifico avviso, autorizza la cremazione delle salme inumate da almeno dieci anni e delle salme tumulate da almeno venti anni" (art. 3, let. g). Prima o poi anche se non abbiamo scelto la cremazione si rischia comunque di finire nel crematorio.
Oggi una rivoluzione silenziosa sta avvenendo per i nostri cari defunti : al posto dei cimiteri una nuova legge propone la costruzione dei crematori, trasformando tendenzialmente i primi in comparti di urne uniformi uguali per tutti. Ecco le tombe del futuro : piccole nicchie, assolutamente asettiche e identiche per tutti. Ma la legge va ancora oltre autorizzando al contempo la dispersione delle ceneri così la tumulazione delle urne non sarà dunque strettamente necessaria e neppure la raccolta delle ceneri in apposite sale cinerarie.
Già vi sono voci come quella di Baudrillard che radicalmente sostengono che i cimiteri non hanno più alcuna ragione di esistere poiché tutte le nostre città sono ormai diventate "città morte e città di morte".
Così ben presto saranno destinate a sparire quelle città dei morti che da scoli, sia pure in modo diverso, convivono con le città dei vivi. Tombe e cimiteri sono segni e luoghi simbolici portatori di senso e dobbiamo seriamente domandarci se eliminandoli non perdiamo troppo in termini di immaginario collettivo, non mettiamo a repentaglio qualcosa che è profondamente radicato nella nostra cultura : il culto dei morti che da sempre è servito ai vivi.
Tra le curiosità che ci segnala la Gazzetta Ufficiale del 27 ottobre del 2001 viene riportato un decreto della giunta regionale piemontese che riguarda la creazione di un cimitero per gli animali d'affezione. Ciò che si vorrebbe impedire agli uomini diventa
una esigenza sociale per gli animali: la sepoltura
Dopo aver preso nota di alcune delle tante osservazioni fatte dal Prof. Paolo Becchi su quanto ci riserva di tetro il futuro, concludiamo con una personale considerazione:
Possibile che nessuno si accorga di quello che ristanno preparando ? I cattolici ed in particolare l'autorità che li guida non sente il dovere di ritornare all'antico per evitare questa deriva di stampo pagano ?
RINO TARTAGLINO
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