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Cultura - Scienza - Fede



 
RELIGIONI
GLI EBREI E LA BIBBIA


Cosa sappiamo dell’ebraismo? Quali sono le convinzioni che sono alla base della fede degli ebrei ? Praticamente non sappiamo nulla se non quello che trapela da qualche autore capace di leggere i testi originali in ebraico.

Gli elementi si trovano nei testi originali o, in molti casi, nei libri moderni scritti in ebraico che sono destinati a un pubblico di specialisti. Cerca invano chi pensa di trovarli in pubblicazioni in lingua inglese.

Un altro equivoco, particolarmente comune tra i cristiani o tra chi è in qualche modo influenzato dalla tradizione e dalla cultura cristiana è che il giudaismo sia una "religione biblica”, e che quindi il Vecchio Testamento occupi nel giudaismo lo stesso posto centrale e la stessa autorità legale che la Bibbia rappresenta per i protestanti, e persino per i cattolici.

In tale ambito i criteri interpretativi della religione sono fissati rigidamente, dal Talmud piuttosto che dalla Bibbia.

Occorre ricordare che la fonte prima dell'autorità per tutte le manifestazioni del giudaismo classico e dell'ortodossia contemporanea, è il Talmùd babilonese, mentre il resto, sono testi autorevoli ma supplementari.
Il sistema legale del Talmùd è globale e rigidamente autoritario ma, al tempo stesso, capace d'infiniti sviluppi senza possibilità di operare alcun cambiamento nei suoi fondamenti dogmatici. Copre qualsiasi aspetto della vita ebraica sia individuale che sociale, di solito nei più intimi dettagli, con sanzioni e punizioni per qualsiasi peccato concepibile o infrazione alle regole.

Il punto di vista classico, e dell'ortodossia contemporanea, é che il significato interpretativo del Talmud , anche quando é contrario al senso letterale dello scritto biblico, é sempre e comunque normativo.

Forse. addirittura la maggior parte dei versetti biblici che prescrivono obblighi rituali sono “intesi” dal giudaismo classico e dall'ortodossia contemporanea in un senso diverso dal loro significato letterale, o addirittura contrario a quello che gli danno cristiani o altri lettori del Vecchio Testamento che vedono il testo in sé per sé. La stessa divisione si ha oggi in Israele tra chi è stato educato nelle scuole religiose ebraiche e chi ha frequentato le scuole pubbliche dove s'insegna il semplice significato del Vecchio Testamento.

I cambiamenti di significato non vanno tutti nella stessa direzione. almeno dal punto di vista etico. Gli apologeti del giudaismo sostengono che l'interpretazione della Bibbia, cominciò con i Farisei e fu codificata nel Talmud. Gli esempi che seguono dimostrano quanto sia contraria alla nostra la sua interpretazione.

1 - Cominciamo con il Decalogo. L'ottavo comandamento "Non rubare", (Esodo, 20: 15) è considerato come la proibizione del "furto", è inteso come rapimento, di un ebreo. Il furto della proprietà non è un reato capitale così come il rapimento dei gentili da parte degli ebrei è permesso dalla legge talmudica. Invece, un'altra sentenza virtualmente identica, "tu non ruberai" (Levitico, 19:11), è accettata invece, nel suo significato letterale.

2 - IL famoso versetto "Occhio per occhio. dente per dente..." (Esodo, 21:24) viene intepretato nel senso di "occhio = denaro, cioè il pagamento di una multa al posto della rappresaglia fisica.

3 - Il versetto "Non bollirai l'agnello nel latte della madre" (Esodo, 23:19) è interpretato come il divieto di mescolare qualsiasi specie di carne con il latte o con uno dei suoi derivati. Visto che lo stesso versetto è ripetuto in altri due passi del Pentateuco, la ripetizione come tale è considerata come un divieto agli ebrei di mangiare quella mescolanza di carne e latte. di cucinarla per qualsiasi ragione, di goderne e trarne vantaggio per qualsiasi ragione.

4 – E’ assai frequente che termini generici come "il tuo simile" o "lo straniero" o persino "l'uomo" assumano un significato esclusivista. IL famoso versetto "ama il tuo simile come te stesso" (Levitico, 19: 18) è interpretato dal giudaismo classico e dall'ortodossia contemporanea come un'ingiunzione ad amare il proprio "simile ebreo" e non il proprio "simile uomo" .
Analogamente, il versetto “né permetterai che si sparga il Sangue del tuo simile (amico)” (Levitico 16) vuole dire che non sì deve stare a guardare quando la vita di un tuo “simile ebreo" è in pericolo.
Il generoso precetto di lasciar spigolare il proprio campo e la vigna ai ‘poveri e agli stranieri' (Levitico, 9:10) viene riferito esclusivamente agli ebrei poveri e ai convertiti al giudaismo.
Le leggi riguardanti i tabù dei cadaveri cominciano con il versetto: “Questa è la legge: quando un uomo sarà morto in una tenda. chiunque entrerà nella tenda e chiunque vi sì trovi sarà impuro per sette giorni" (Numeri 19: 16). La parola “uomo” (adamo) significa “ebreo” e per questo soltanto un cadavere ebreo è tabù, cioè impuro" e sacro al tempo stesso. Forti di questa interpretazione, i pii ebrei hanno un vero e proprio timore reverenziale, per i cadaveri e per i cimiteri ebraici mentre non hanno lo stesso rispetto per i cadaveri e per i cimiteri non-ebraici. Così in Israele. sono stati distrutti cimiteri musulmani; la costruzione dell'Hilton di Tel Aviv è nel posto dove prima esisteva un cimitero musulmano.

5 - Infine. consideriamo uno dei più bei passi profetici. la stupenda condanna dell'ipocrisia e dell'arido ritualismo fatta da Isaia e la sua esortazione ad essere umani.
Risulta evidente da questi esempi che gli ebrei ortodossi, leggono un libro molto diverso dalla Bibbia che è letta dai non-ebrei o dagli ebrei non ortodossi.
Tale distinzione si applica persino in Israele, anche se i seguaci dei due “orientamenti" leggono il testo ebraico.

L’esperienza, particolarmente dopo la guerra del 1967, ha ripetutamente confermato l'enorme divario che c'è nella ricezione e comprensione del testo biblico. In Israele e altrove, numerosi ebrei non ortodossi che non conoscono in dettaglio il rituale ebraico, hanno tentato, e tentano, citando i versetti biblici nel loro significato umano, di far ragionare gli ortodossi e la destra israeliana che a questi s’ispira, del loro atteggiamento troppo duro nei confronti dei palestinesi, non hanno nessun effetto su chi segue i principi dei giudaismo classico.
Se un vuoto comunicativo di questo genere esiste in Israele ove la gente legge l'ebraico e può facilmente ottenere informazioni sulle questioni bibliche, figurarsi quanto sono più profonde le incomprensioni e gli equivoci che si hanno fuori. particolarmente tra chi è stato educato nella tradizione cristiana. Infatti, se i non ebrei leggono la Bibbia nella speranza di capire il giudaismo ortodosso si illudono, più leggono meno capiscono. Il giudaismo considera il Vecchio Testamento come un insieme di formule sacre immutabili, che, recitate conferiscono grandi meriti ma il cui significato è deciso altrove. La religione degli ebrei ortodossi non ha il valore universale che ha il cristianesimo cioè per tutti ma è specifica per il popolo ebraico. Di questo parleremo meglio nella prossima puntata.

BIBLIOGRAFIA:
David Banon - il Messianismo
Israel Shahak - Storia ebraica e giudaismo
Israel Zoller - Talmud – Il libro delle Benedizioni
J. Meinveille - Influsso dello gnosticismo ebraico
Alessandro Nangeroni - la Cabbala

RINO TARTAGLINO


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RELIGIONI
STRUTTURA DEL TALMÙD


Occorre ricordare che la fonte prima dell'autorità per tutte le manifestazioni del giudaismo classico e dell'ortodossia contemporanea, è il Talmùd babilonese, mentre il resto della letteratura talmudica, compreso il Talmùd di Gerusalemme, o Talmùd palestinese, sono testi autorevoli ma supplementari.
Il Talmùd consiste di due parti: la Mishnah e la Gemara.
La prima è un lucido codice di leggi e consiste in sessantatré trattati raccolti in sei volumi redatti in Palestina a partire dall'anno 200 dell'era volgare e derivati da un materiale legale molto più voluminoso, in gran parte orale, elaborato durante i due secoli precedenti.
La Mishnah è scritta in ebraico e comprende sezioni dedicate al servizio nel Tempio, purezza rituale, agricoltura, festività, donne, comportamenti degli ebrei tra loro, verso i non-ebrei e verso Dio.
La seconda parte, la Gemara, molto più lunga e predominante, in gran parte scritta in aramaico, fu completata alla fine del sesto secolo dell'era volgare: è un'esegesi della Mishnah e dei libri biblici con le discussioni di varie generazioni di rabbini a Babilonia, sotto l'impero persiano e nella "Terra d'Israele" durante la dominazione romana.
La Gemara consiste dunque in due parti parallele, una babilonese, databile tra l'anno 200 e il 500 e l'altra palestinese tra l'anno 200 e una data sconosciuta, assai prima dell'anno 500.
La Mishnah, è tutta in ebraico, le altre parti del Talmùd e della letteratura talmudica sono scritte in ebraico e in aramaico, lingua questa che predomina nel Talmùd babilonese. Questi testi non si limitano alle questioni legali: spesso le discussioni giuridiche, senza ordine né una ragione apparente, vengono interrotte da una "narrazione", aggadah, mescolanze di storie e aneddoti sui rabbini e la gente comune, personaggi biblici, angeli, demoni, stregonerie e miracoli.

Per il giudaismo classico sono le parti che riguardano questioni giuridiche e la discussione di casi problematici ad avere la massima importanza.
È lo stesso Talmùd a definire le varie categorie di ebrei, in ordine ascendente: nel gradino più basso ci sono gli ignoranti, seguono quelli che conoscono soltanto la Bibbia, poi quelli che hanno familiarità con la Mishnah o con l'aggadah e infine la classe superiore, quelli che hanno studiato la parte legale della Gemara e sono in grado di discuterla. Solo questi sono in grado di guidare in ogni cosa tutti gli altri ebrei
.
Il sistema legale del Talmùd è globale e rigidamente autoritario ma, al tempo stesso, capace d'infiniti sviluppi senza possibilità di operare alcun cambiamento nei suoi fondamenti dogmatici. Copre qualsiasi aspetto della vita ebraica sia individuale che sociale, di solito nei più intimi dettagli, con sanzioni e punizioni per qualsiasi peccato concepibile o infrazione alle regole. Per ogni problema le regole sono formulate in forma assolutamente dogmatica e non possono esser messe in questione. L'unica cosa che può esser messa in discussione all'infinito è l'elaborazione e con essa la definizione pratica delle regole.

Prendiamo alcuni esempi. Nello Shabbat non è permesso "alcun genere di lavoro". Il concetto di lavoro è definito applicabile a 39 generi di lavoro, né uno più né uno meno. Ia scelta è dogmatica e non ha nulla a che fare con la maggiore o minore durezza del lavoro. Lo scrivere è uno dei lavori proibiti. Alla domanda: "Quanti caratteri si devono scrivere perché s'incorra nel peccato di scrivere durante lo Shabbat?" La risposta è: "Due".
Un altro dei lavori proibiti è la macinazione del grano. Dal divieto si deduce che per analogia, esso è esteso anche all'esercizio della medicina durante lo Shabbat. E questo per impedire che non si commetta peccato nel macinare gli ingredienti per le pozioni. Per quanto possa essere assurdo, quello che è stato stabilito rimane tale, una volta per sempre.
Una delle forme di lavoro proibite durante lo Shabbat è il raccolto. Questo divieto è esteso, per analogia, all'atto di spezzare il ramo di un albero e, di conseguenza, è proibito cavalcare qualsiasi animale; così è anche vietato andare in bicicletta per l'analogia con l'andare a cavallo.
Un ultimo esempio per illustrare come si segue lo stesso metodo anche in casi del tutto teorici. Quando c'era il Tempio, il sommo sacerdote poteva solo sposare una vergine, sebbene durante quasi tutto il periodo talmudico non ci fosse né il Tempio né il sommo sacerdote. Tutte le scuole del giudaismo classico si sono dovute misurare con centinaia di problemi di questo genere e il prestigio dei sapienti talmudici derivava dalla loro abilità di analisi, perché dentro questo formalismo dogmatico c'è sempre posto per continui sviluppi, anche se solo in una direzione, e infatti fu così fino all'ultima redazione del Talmùd.

Il periodo talmudico finisce intorno al 500 dell'era volgare e il periodo del giudaismo classico, comincia nell'anno 800. Pochissimo si sa di questo periodo. A partire dall'anno 800 in poi esistono precise informazioni storiche. Nel frattempo, la società ebraica era cambiata profondamente: in ogni caso, non ne facevano più parte i contadini.

LE DISPENSE

Come abbiamo visto il sistema talmudico è assolutamente dogmatico e non consente alcun rilassamento delle sue regole neppure quando le nuove condizioni storiche le riducono all’assurdìtà. Contrariamente ai testi biblici, nel Talmùd il significato letterale è fuori discussione e nessun è autorizzato a interpretarlo in modo diverso dal canone.
Nel periodo del giudaismo classico divenne impossibile per le classi dominanti ebraiche i rabbini e i ricchi continuare a servirsi di numerose leggi.
Proprio nell'interesse di queste classi di potere. venne introdotto il metodo delle dispense così da conservare la lettera della legge per poi distorcerne lo spirito e l'intenzione. La causa prima della degradazione del giudaismo nella sua epoca classica fu proprio questo sistema delle dispense (heterim).
Alcuni esempi di come funziona il sistema.

1) PRESTITO AD INTERESSE
Prestito ad interesse. Nel Talmùd si proibisce severamente, pena gravi sanzioni, che un ebreo pretenda gli interessi se fa un prestito ad un altro ebreo Mentre per le leggi talmudiche esigere il massimo profitto per un prestito fatto a un gentile è un dovere religioso, una serie di regole dettagliatissime proibisce tutte le forme di interesse derivante da un prestito fatto a un ebreo da un altro ebreo. Nel XVI secolo fu introdotto un marchingegno per giustificare i prestiti ad interesse tra ebrei: la heter’isqa, la “dispensa per i rapporti di affari".
L'idea era di presentarla non come un prestito ma come un “investimento" del creditore nell'attività commerciale del debitore. salvando così la lettera della legge. Nella stipula sì fissavano le due somme quella dell’investimento e quella della restituzione comprensiva del compenso. In pratica. sì tratta di prendere il testo della dispensa scritto in aramaico e del tutto incomprensibile alla maggioranza degli ebrei, affiggerlo nella stanza dove avviene la transazione e il prestito ad interesse tra ebrei diventa perfettamente legale e irreprensibile. Copie di questo testo sono in tutte le banche israeliane.

2) L’ANNO SABBATICO
L'anno sabbatico. Secondo la legge talmudica, che a suo fondamento Levitico, 25, la terra ebraica in Palestina dev'esser lasciata incolta ogni sette anni Per il Talmud nell'anno sabbatico è vietato fare qualsiasi lavoro, agricolo compresa la raccolta delle messi.
È’ documentato che la legge fu rigorosamente rispettata per quasi un millennio, dal quinto secolo precedente l'era volgare fino alla scomparsa dell'agricoltura ebraica in Palestina. Comunque. verso il 1880, con le prime colonie ebraiche in Palestina quella legge divenne un problema.
Così i rabbini, inventano un’altra dispensa. Ecco come funziona. Poco prima dell'anno sabbatico il ministero degli interni israeliano consegna al rabbino capo un documento nel quale gli si trasferisce legalmente la proprietà di tutta la Terra d'Israele. sia privata che pubblica. Forte di questo diritto, il rabbino capo va da un non ebreo e gli vende tutta la Terra d'Israele e in un atto separato, il “compratore” s’impegna a “rivendere" la terra subito dopo la fine dell'anno sabbatico. La transazione si ripete ogni sette anni, di solito con lo stesso "compratore”.

3) LA MUNGITURA DURANTE LO SHABBAT
Anche la mungitura è stata proibita in tempi post-talmudici. I rabbini avevano scoperto un vecchio precetto che permetteva di “vuotare” le mammelle gonfie delle vacche anche durante lo shabbat per alleviarne la sofferenza ma a condizione che il latte dovesse essere sparso al suolo. Il problema viene così risolto.
La mattina dello Sbabbat. Un pio allevatore va nella stalla e mette un secchio sotto le mammelle delle vacche senza con questo infrangere alcun divieto. Poi va in sinagoga a pregare. A questo punto, arriva un altro pio collega che, entrato nella stalla, scopre con sorpresa che i secchi sono tutti pieni di latte. Allora, li porta in un posto fresco e anche lui, come gli altri va alla sinagoga. Così tutto è a posto.

4) SEMINAGIONI MISTE
Dispense analoghe furono concesse dai rabbini sionisti riguardo al divieto, che ha a fondamento Levitico, 19: 19 di “Non seminare due specie diverse di piante nello stesso campo”.
L'agronomia moderna ha dimostrato che, per il foraggio, la seminagione mista dà rendimenti migliori. I rabbini inventarono subito il tipo adatto di dispensa: un coltivatore ebreo semina il campo per lungo con una sola specie di semente e, più tardi, un suo collega, “che non sa nulla" del precedente, semina il campo per largo. ovviamente con l'altra specie.

5) SOSTANZE LIEVITATE
Durante i sette giorni di Passover (Pesach), agli ebrei è vietato mangiare e tenere presso di sè sostanze lievitate. Come al solito, fu escogitata una dispensa per cui tutte queste sostanze sono fittiziamente vendute a un gentile prima della festività e ricomprate automaticamente subito dopo.

6) IL GOY DELLO SHABBAT
Le più elaborate dispense sono forse quelle che riguardano il Goy (gentile) dello Shabbat. Come si è visto prima l’arco delle attività vietate durante lo Shabbat è stato esteso continuamente.
Persino il banale problema umano di desiderare una tazza calda di tè nel pomeriggio dello Shabbat diventa un problema. Comunità composte esclusivamente di ebrei ortodossi sarebbero stati senza soluzione, almeno per otto o dieci secoli, se non fosse stato per l'aiuto dei non ebrei.
Oggi. nello Stato d'Israele. tutto ciò è ancora più vero visto che molti dei servizi pubblici. come l’acqua. il gas e l'elettricità rientrano in questa categoria. IL giudaismo classico non sarebbe sopravvissuto neanche un settimana senza la possibilità di servirsi dei non ebrei.
Per esempio, il Talmùd vieta agli ebrei di godere della luce di una candela accesa da un gentile a meno che questi non abbia avuto bisogno della luce prima che l'ebreo entri nella stanza.
Anche qui la dispensa risolve il problema. Prima di tutto, c'è il metodo delI"'accenno", legato alla logica legale secondo cui una domanda peccaminosa perde tutto il biasimo se è posta con tatto. Come regola l'accenno dev'essere "oscuro", anche se, in casi di estrema necessità è permesso fare un accenno "chiaro". "Qui fa freddo" oppure “Qui è buio". Normalmente basta un accenno "oscuro” come per esempio: "Qui si starebbe meglio se fosse più caldo". Un servitore gentile, che non capisce questi “accenni oscuri" rischia di essere licenziato.
Il secondo metodo è seguito nei casi in cui non è un servizio occasionale ma un lavoro regolare, di routine, da effettuarsi senza la continua supervisione degli ebrei. il metodo si chiama "inclusione implicita" (hayla'ha). Il gentile è assunto "per l'intera settimana o per l'intero anno" senza che nel contratto si faccia menzione del sabato o dell'anno sabbatico. In realtà poi, il gentile lavorerà solo di sabato, come quando viene assunto per spegnere le candele nella sinagoga dopo la preghiera della vigilia dello Shabbat e, nella moderna Israele per controllare il flusso degli acquedotti o il livello dei bacini idrici.

ASPETTI SOCIALI DELLE DISPENSE

Occorre ricordare gli aspetti sociali di questi ed altri casi simili. La caratteristica predominante delle dispense. e del giudaismo classico che si fonda su di esse. è l'inganno prima di tutto ai danni di Dio se è lecito servirsi di questo termine per designare un essere che viene ingannato con tanta indifferenza dai rabbini che si considerano più astuti di lui. Non concepibile contrasto più profondo tra il Dio della Bibbia. particolarmente quella dei grandi profeti, e il Dio del giudaismo classico. Quest'ultimo è simile più al Giove dei romani spesso ingannato dai suoi fedeli. Parallelo all’inganno di Dio è l'inganno degli altri ebrei soprattutto nell’interesse della classe dominante ebraica. Come c'era da aspettarsi non sono mai state concesse dispense nell'interesse specifico degli ebrei poveri. Per esempio, agli ebrei che soffrivano la fame i loro rabbini non dettero mai la dispensa per mangiare i cibi proibiti sebbene quelli kosher fossero di solito molto più costosi.
Malgrado tutto, gli ebrei religiosi onesti, sono certamente la maggioranza.

(RIDUZIONE da STORIA EBRAICA E GIUDAISMO – il peso di tre millenni – ISRAEL SHAHAK)

RINO TARTAGLINO



 
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