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Cattolici Genovesi




















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I N D I C E

- COPERTINA - DEPOSIZIONE DI CRISTO - (Raffaello)

PAG 1 - IL GAZZETTINO

PAG 2 - EDITORIALE - EUROPA DIVISA

SOCIETA' E CULTURA


PAG 3 - UNZIONE CON L'OLIO

PAG 4 - STORIA - S. PIO V E I TURCHI - (PARTE IV)

PAG 5 - S. PIO E LA MADONNA - (PARTE V)

PAG 6 - SANTUARIO DI NOSTRA SIGNORA DELLE TRE FONTANE

PAG 7 - ARCAICO CONTRO LA TRADIZIONE

PAG 10 - NOTIZIARIO M. C. L.

PAG 11 - TOSSICODIPENDENZE - COME USCIRNE ? - (PARTE IV)

PAG 12 - IL VATICANO : VADE RETRO NEW AGE

PAG 14 - ECONOMIA - LA SVENDITA DELLE IMPRESE PUBBLICHE

PAG 17 - OBIETTIVO BAGDAD

VARIE


PAG 21 - RASSEGNA STAMPA

PAG 22 - RECENSIONI

PAG 23 - B U S H I A N A

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INCONTRO - BIMESTRALE MCL VIA Consolazione 1 GENOVA
DIRETTORE RESPONSABILE - GIUSEPPE MARASCO

AUT. TRIBUNALE GENOVA Vol. 1814/87 - Reg. Stampa 26/87

REALIZZATA IN PROPRIO CON COMPUTER E IN FOTOCOPIA

Via Cagliari 3/8 - GENOVA

HANNO COLLABORATO:
GIORGIO MARTINI - MARIO MARTINETTI
RENZO MATTEI - TIZIANO SPAGGIARI - ALDO BARTARELLI
Presidente BALDASSARRE TURCO

*ARTICOLI NON FIRMATI SONO DEL COORDINATORE
TARTAGLINO RINO
PER COMUNICAZIONI, INVIO ARTICOLI, RICHIESTE INVIO COPIE E COLLABORAZIONI
RIVOLGERSI A:
TARTAGLINO RINO

Via Cagliari 3/8 -16142 GENOVA
Tel. 010.876.398
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IN COPERTINA : IN QUESTI TEMPI DIFFICILI IN CUI IL MALIGNO E' SCATENATO,RICORDIAMO CHE CRISTO HA REDENTO GLI UOMINI CON IL SUO SACRIFICIO
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Incontro


Gazzettino


 
1 GEN
BUSH : CERCHERO' DI EVITARE LA GUERRA - QUALE ?
2 GEN
FUGGE UN PLURIOMICIDA IN SEMILIBERTA' - SUCCEDE TROPPO SPESSO
6 GEN
SCONTRI IN VENEZUELA - IL PETROLIO FA SCINTILLE
8 GEN
LA UE ALL'ITALIA : RIFORMARE LE PENSIONI - I PENSIONATI SONO UN PROBLEMA, CAMPANO TROPPO
15 GEN
LIGURIA: MANCANO SOLDI ALLA SANITA' - AVANTI CON I TICKETS
18 GEN
CORTE EU CONDANNA L'ITALIA PER IL CIOCCOLATO FATTO COL SOLO CACAO - A TAVOLA SIAMO I MIGLIORI
21 GEN
PROPOSTA USA: ESILIO PER SADDAM - ILLUSIONE
21 GEN
PISANU: PATTO CON I MUSULMANI MODERATI - SE SONO MODERATI NON CONTANO
23 GEN
FRANCIA E GERMANIA CONTRO LA GUERRA
24 GEN
MUORE GIANNI AGNELLI - HANNO DETTO DI TUTTO E DI PIU'
27 GEN
ISPETTORI ONU: DUBBI ULLE ARMI PROIBITE DELL'IRAQ
29 GEN
NASCE L'ASSE EUROPEO FILO AMERICANO - L'EUROPA DELL'EST SI SCHIERA CON BUSH - ARRIVANO I DOLLARI
1 FEB
SHUTTLE ESPLODE AL RIENTRO A TERRA - 7 MORTI
5 FEB
POWELL ALL'ONU SVELA CON DISEGNI LE TRAME IRACHENE
8 FEB
GIOVANI: OCCUPAZIONE SEMPRE PIU' FLESSIBILE
9 FEB
PIANO FRANCESE (MIRAGE) PER DISARMARE L'IRAQ - GIA' IL NOME E' TUTTO UN PROGRAMMA
12 FEB
SU BOT E CTZ INTERESSI MINIMI - I POVERI RISPARMIATORI
14 FEB
EUTANASIA PER LA PECORA DOLLY - CLONE BIDONE
15 FEB
GRANDI MANIFESTAZIONI PER LA PACE
18 FEB
IN VIGORE L'ETICHETTA SUI PRODOTTI - QUALITA', ORIGINE... - SI STUDIA COME INTRODURRE IL DNA
19 FEB
BUSH: LA PIAZZA NON MI FERMERA' - SI FERMA SOLO ALLE PROSSIME ELEZIONI
20 FEB
ISTAT: POLEMICHE SUI DATI DELL'INFLAZIONE - DARE I NUMERI SBAGLIATI
22 FEB
TURCHIA : PIU' SOLDI DAGLI USA PER LEBASI MILITARI - IL PREZZO DELL'ALLEANZA
24 FEB
PAPA INVITA A DIGIUNARE PER LA PACE - GLI IRACHENI SONO ESENTATI, DIGIUNERANNO DOPO LA GUERRA
25 FEB
MUORE ALBERTO SORDI - BRAVO ATTORE SI' MA, NIENTE APOTEOSI
28 FEB
DA MARZO RINCARANO LATTE E MEZZI PUBBLICI - NEGOZI IN CRISI - SPERIAMO CHE L'ISTAT SI RICORDI



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EDITORIALE
EUROPA DIVISA

In questi ultimi tempi abbiamo assistito allo scontro di due raggruppamenti di Stati nell’ambito dei paesi europei. La spaccatura tra Francia e Germania da una parte e Inghilterra, Italia, Spagna, Portogallo e paesi dell’Est europeo dall’altra, sulla questione della guerra all’Iraq. Sappiamo benissimo che le motivazioni degli USA alla guerra sono parte di un disegno strategico più ampio e che la pericolosità delle eventuali armi di distruzione di massa possedute da Saddam Hussein sono solo un pretesto per mettere in opera decisioni già prese in precedenza. In questo breve articolo esaminiamo solamente la politica europea di fronte alla scelta importante di fare o rifiutare la guerra. La Francia e la Germania si sono messe contro alle scelte americane di fare la guerra ed in questo sono seguite da Russia e Cina che hanno appoggiato il piano Mirage che dovrebbe portare al disarmo dell’Iraq senza ricorrere alla forza militare. Queste scelte hanno irritato Washington tanto da progettare possibili ritorsioni di tipo economico contro questi due alleati NATO se non si adeguano alla dottrina Bush. Per contro altri Paesi europei tra cui l’Italia hanno fatto dichiarazioni di appoggio alla politica americana: di qui la spaccatura e la crisi sia nella Nato che nell’Europa. Si dice che l’Europa non ha una politica unitaria, si dice che non conta perché ogni Stato agisce separatamente dagli altri, evidenziando un grado di debolezza e di scarso peso sulla politica mondiale. La presa di posizione di Francia e Germania, la cosiddetta Europa carolingia, costituisce la fine di una ambiguità, le scelta degli USA non sono le scelte di tutto l’Occidente. Più l’Europa diventa grande, più gli interessi rispetto agli USA tendono a differenziarsi. La cosa è abbastanza ovvia, trecento milioni di europei che diventeranno quattrocento possono essere alleati di chiunque ma non possono accettare ad occhi chiusi le scelte stabilite altrove senza aver partecipato alla loro formulazione. Senza entrare nello specifico delle questioni, poniamo la domanda: “dov’è l’Europa? È l’Europa carolingia di Chirac e Schroeder o quella euroamericana di Blair, Aznar e altri? Non abbiamo dubbi, l’Europa deve essere autonoma deve avere un suo esercito e una sua politica. Accettare la supremazia americana della guerra preventiva significa essere coinvolti in guerre sempre più impegnative che solo avvantaggiano le potenti multinazionali americane. Significa, continuare ad accettare i ricatti del FMI che nega i finanziamenti ai paesi dell’Est europeo o la guerra commerciale che viene minacciata a Francia e Germania che hanno osato avere opinioni autonome. Per questo, per quanto siano operazioni interessate quelle di Parigi e Berlino, costituiscono la speranza per gettare le fondamenta di una nuova Europa.

Rino Tartaglino





L'UNZIONE CON L'OLIO


L’unzione con olio è uno degli aspetti della Santa Cresima. L’unzione una volta destinate ai profeti, ai sacerdoti ed ai re, spetta ora al cresimando. Con essa riceve la forza di annunciare un mondo migliore perché la potenza di Dio mai lo abbandonerà. Siamo quindi di fronte ad un annuncio non velleitario, perché Dio con le sue infinite risorse è con noi. Diventiamo sacerdoti (ovviamente sacerdozio generale e non ministeriale e sacerdotale), perché siamo chiamati a portare il Signore al mondo e l’immenso bisogno di Lui che ha il mondo al Signore. Lo Spirito che noi riceviamo con la Cresima ci costituisce re. Regniamo sul mondo con Cristo, pur sofferenti e mancanti stiamo al di sopra del peccato, delle disgrazie, delle contingenze. Lo Spirito Santo è il Promesso da Cristo che ci dona tutto ciò che è suo, che ci fa figli di adozione del Padre e fratelli di Gesù. Con la Cresima abbiamo ricevuto una certezza di forza . A che serve questo eccezionale dono se non ne abbiamo consapevolezza? A che serve questo indispensabile dono se non ne facciamo uso? Chi si ricordasse della Cresima come di un giorno indifferente, faccia atto di contrizione, perché essere costituiti dallo Spirito profeti, sacerdoti e re, è un dono che maggiore non c’è. Nella sera, o nella notte della nostra vita, noi riceviamo ancora l’unzione con olio nel Sacramento degli Infermi (o Estrema Unzione). Qui ci si riconsacra a Dio chiedendo nel momento del dolore, del decadimento, dello sfacelo, la grazia di essere unti dal Signore, per essere sino all’ultimo suoi profeti, suoi sacerdoti, suoi re. Si chiede l’aiuto e il soccorso divini come chi si sa amato. Si invoca pure se è nella volontà di Dio - la guarigione. Manifesti il Signore la sua misericordia sui suoi consacrati. Egli è Signore di segni, di miracoli, di prodigi. Qualora la nostra vita terrena sia giunta al termine, il Sacramento dell’Unzione degli Infermi diventa praticamente estrema Unzione. Siamo consacrati a Dio non più per il tempo ma per l’eternità. Ci accolga l’Onnipotente con le ricchezze del suo perdono, ci purifichi per essere suoi figli per sempre, senza alcuna interruzione. Con l’olio si usa una vecchia simbologia per significare che la Chiesa non è nata come un fungo dai tempi moderni. Essa è la continuazione del Vecchio e del Nuovo Testamento. Essa è comunicatrice della Grazia salvifica del nostro Salvatore.

RENZO MATTEI



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LA RIVOLUZIONE CREDE ALL’UMANITA’ ; LA CHIESA CREDE IN DIO
Proudhom – (De la justice dans la Revolution et dans l’Eglise)
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STORIA
S. PIO V E I TURCHI - (parte IV)


Nell'Ottobre, la battaglia di Lepanto. vinta, come si sa, dai Cristiani. La quale, se non ebbe tutte le conseguenze sperate, per il ripullulare delle discordie,salvò pure, per lo meno, l'ltalia e... Roma. Ché Lepanto non è nell'Egeo, ma all'imboccatura dell'lonio, prossima alle coste della Puglia: i Turchi non avevano, infatti,atteso l'urto,ma l'avevano provocato, facendosi loro sotto per primi. "l Turchi,confidati nella lor ferocità,e superbi per le vittorie passate....",come ammoniva e ripeteva Pio V a Filippo ll...Lepanto,dunque: la corona - di martirio,e di trionfo - più bella di Pio V, la "sua" vittoria, tutto il senso del suo breve e congestionato, drammatico-eroico, pontificato: E fu addirittura "presente",racconta il Catena (e cita le testimonianze, in una narrazione efflcace, che quasi mozza il respiro e molto coinvolge), fu presente in "visione" alla sua sospirata,spasimata battaglia: "Pio V, lontano tanto spatio di mare, e di terra, nel palagio Vaticano,alle sue stanze, per le quali passeggiando, e trattando negotio d'importanza, et in ispecie con Messer Bartolomeo Busotti da Bibiena,Thesoriere Generale, spiccatosi d'improvviso dai suoi ospiti, aprì una fenestra, e rivolti gli occhi al Cielo, tennevigli fissi un gran pezzo, indi riserrando la fenestra, e mostrandosi pieno di grandi cose, riguardò il Thesoriere, e dissegli: 'Non è tempo di negotiar questo, andate a ringnaziar Dio, perché la nostra armata ha combattuto con la Turchesca,e in quest'hora ha vinto'.. (il Tesoriere) andato a casa scrisse, et notò in un libro il mese, il giorno, et l'hora, e il millesimo di questo fatto; e venuto poi l'aviso, restò chiaro di detta rivelatione". In tutta questa grandiosa vicenda Pio V non ebbe intorno a sé, in alto loco,nessuno, direi, di quei collaboratori eccezionali e splendidi che in altre occasioni centrali e capitali ebbero altri Pontefici che affrontarono i Turchi. Dà piuttosto l'impressione, spesso, di levarsi su, erto, nella solitudine, solo e "pieno di grandi cose. E mori subito dopo Lepanto, nel 1572, come se avesse compiuto proprio allora tutta la sua missione. "Consummatum est". Certo, consunto da quella tensione e dall'impegno suo totale. Sette anni di pontificato, di eccezionale "durata": tempo interiore lunghissimo, immenso. Poi, l'agonia: anch'essa ben poco idillica: dura,da papa possente,ispirato, provato come l'oro nella fornace, biblico, michelangiolesco. Le sue ultime parole: "Signore, accresci pure le mie pene, ma accresci, insieme, la mia capacità di sopportarle". Ma l'italiano diluisce troppo: meglio dirlo in concentrato latino (il che è più da Pio V, pontefice che nei momenti solenni e memorabili usava solo l'antica lingua della nobile liturgia, e che appunto in latino parlò spirando): "Domine, adauge dolores, sed auge etiam patientiam".

ALDO BARTARELLI

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S. PIO E LA MADONNA

PARTE V

Nel mese,dedicato alla Madonna,noi dobbiamo intensificare la preghiera del S. Rosario perché si possa ottenere la protezione di Maria e di Padre Pio a Lei così devoto e che ci ha lasciati sì, orfani della sua presenza materiale, ma presente per tutte le nostre esigenze. Ricordiamo una sua frase: "DA MORTO FARO' ANCORA PIU’ CHIASSO CHE DA VIVO. IN PARADISO LAVORERO' CON TUTTE LE DUE MANI CHE NON SONO PIU' DOLORANTI"
In più il nostro Santo volle ricordarsi del suo paese natale:"DA VIVO HO VALORIZZATO S. GIOVANNI ROTONDO, DA MORTO VALORIZZERO' PIETRELCINA".
Ed oggi lo possiamo dire che nessuno dei suoi abitanti ha dovuto emigrare per poter mandare avanti la famiglia; tutti hanno un lavoro ed una casa dignitosa. Voglio chiudere questa mia esposizione con alcune frasi che Padre Pio ci ha lasciate:
- Sono tutto di ognuno!
- Ognuno può dire :"PADRE PIO è mio!
- Io amo tanto i miei fratelli in esilio!
- Io amo i miei figli spirituali al pari dell'anima mia e più ancora!
- Li ho generati in Gesù nel dolore e nell’Amore!
- Posso dimenticare me stesso ma non i miei figli spirituali !
- Li assicuro che, quando il Signore mi chiamerà, io Gli dirò ..Signore, io resto alla porta del Paradiso e vi entrerò solo quando avrò visto entrare l’ultimo dei miei figli !

Mi permette di leggervi un messaggio della Madre Celeste dato alla veggente Mirjana il 18 marzo 2002 e che mi pare che anche Padre Pio condividerebbe: Cari figli,come Madre Vi prego,aprite il vostro cuore! offritelo a Me ed al Mio Gesù e non abbiate paura di nulla! Io sarò con Voi e Vi insegnerò come mettere Gesù al primo posto; Vi insegnerò ad amarLo e ad appartenere totalmente a Lui!
Comprendete,figli cari, senza il Mio Figlio non c'è salvezza ! Bisogna che Voi sappiate che "E' LUI IL VOSTRO INIZIO E LA VOSTRA FINE!"
Solamente comprendendo ciò potrete essere felici e meritare la Vita Eterna! Io, come Vostra Madre, desidero questo per Voi! Grazie per aver risposto alla Mia chiamata!

Impariamo tutti questa giaculatoria,da sempre recitata: O Santo Padre Pio, fiaccola d'Amore, intercedi per noi presso il Signore!

MARIO MARTINETTI

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SANTUARIO DI NOSTRA SIGNORA DELLE TRE FONTANE

La strada che dai Piani di Creto scende nella valletta del t. Leccina (Rio Creto) prima di giungere alla carrozzabile per Busalla, attraversa la località Tre Fontane ove si trova il Santuario dedicato a Nostra Signora delle Tre Fontane, seminascosto dalla ricca vegetazione di fondo valle, alla confluenza dei torrenti Creto e Noci. La venerazione alla Madonna delle Tre Fontane è dipesa, secondo la tradizione popolare, dalla miracolosa apparizione della Vergine Maria ad una bambina sordomuta intenta a riempire un secchio d’acqua zampillante da una fontana a triplice getto.
Il periodo storico risale al Medio Evo e la zona dove avvenne l"apparizione era allora un ambiente di semplici persone contadine, le quali senza indugio si convinsero di trovarsi di fronte ad un prodigio divino, anche perché la fanciulla, che aveva avuto la visione, nel raccontare il fatto accadutole, invece di gesticolare come solitamente faceva per farsi comprendere, raccontò l'avvenimento a piena voce.
Ritornata assieme ad altra gente sul luogo della visione, la fanciulla trovò in mezzo all’erba una immagine della Madonna; l'esultanza di gioia fu grande: all’unanimità fu deciso di costruire una edicola per custodire la sacra immagine. Della primitiva edicola non è rimasta alcuna traccia; la chiesa attuale é dell'anno 1780, aperta al culto e alla venerazione alla Madonna delle Tre Fontane.
Il Sacro edificio é composto nell’interno da una sola navata, nell’altare maggiore è custodita l'antica immagine tradizionalmente legata all'apparizione miracolosa, all'esterno un ampio porticato.
Il giorno otto settembre si festeggia sul sagrato della chiesa e i fedeli in processione pregano devotamente la Madonna e dalla fontana a triplice getto attingono l'acqua come simbolo di purificazione.

FRANCO GUERRIERO



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I DUE PIEDI SUI QUALI SI CAMMINA VERSO LA PERFEZIONE SONO LA MORTIFICAZIONE E L’AMOR DI DIO

S. FRANCESCO DI SALES


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ARCAICO CONTRO LA TRADIZIONE


Le chiese di periferia spesso di nuova costruzione hanno l'inevitabile e freddo aspetto che dà il cemento armato delle costruzioni industriali. Alle pareti, pitture di storia sacra di ingenuità voluta, da illustrazioni per bambini o da asilo nido. c'è un neo-cattolicesimo che si rivolge soprattutto ai bambini, rassegnato a perderli fin dall'adolescenza, e ha smarrito il linguaggio adulto. Nella liturgia la mortificazione dei canti diciamo postconciliari, regna sovrana. Le chitarre elettriche, i motivetti sincopati ("Allelujà-alleluià"), ci portano con la mente più a Sanremo che ai cori angelici. Eppure, di recente, si rileva il successo discografico della musica sacra nel mondo profano: la riscoperta dell'organo e del gregoriano.
Di sicuro, i preti e i buoni giovani che han buttato via secoli di tradizione musicale cristiana e di latino, di cultura e bellezza per le canzonette e le illustrazioni infantili, non hanno avuto solo l'intenzione di adeguarsi al gusto della "gente", né solo di aggiornare il rito antiquato. Mi pare che abbia agito in essi un movente più profondo: quello di restituire il 'vissuto cristiano" delle origini.
La prima comunità cristiana, quella degli apostoli che avevano visto Gesù, non celebrava forse nella lingua di tutti i giorni? E certo il luogo della celebrazione, alle origini, somigliava più ad un capannone che a una chiesa rinascimentale; e sulle pareti doveva esserci. se pur c'era, solo qualche rustica immagine improvvisata, non certo affreschi di Michelangelo. Così almeno si crede. Ecco dunque lo scopo segreto e semi-cosciente di certo "aggiornamento liturgico: tradurre nello squallore contemporaneo la povertà delle origini, per riviverla come si crede che fosse. Naturalmente, tutto ciò si basa su un malinteso, dovuto a una cultura approssimativa - basta. rileggere le parole che i Vangeli attribuiscono a Cristo - una solennità aspra e biblica, un'altezza espressiva del mistero e dell'invisibile, che la lingua televisiva di oggi non può trasmettere.

Solo una superficialità insuperabile e molto contemporanea, nutrita magari di film "storici", può credere che sia possibile all'uomo d'oggi rivivere soggettivamente il vissuto dei "primi cristiani". Tuttavia, il tentativo di recuperare l'origine è visibile. I primi a favoleggiare dello "stato di natura", della bontà e autenticità originaria dell'uomo senza tradizione furono gli illuministi. Voltaire irrise la Tradizione (che per lui era tutt'uno con la religione cristiana) in nome della Raison e des Lumières. Nietzsche, evoluzionista darwiniano, progressista, liberal radicale, scopre l'arma più efficace: Dioniso, l'età dorica. il passato preistorico ed enigmatico, da interrogare nei suoi simboli silenziosi, per distruggere il passato storico su cui siamo cresciuti, la "cultura". Egli compie il giro che l'illuminismo lasciò incompleto in lui l'arcaico è lo "stato di natura". Dopo Nietzsche, il contemporaneo si sforza di coincidere con il primitivo l’uomo d'oggi si vuole "uomo nuovo", che vive il mondo come appena nato, come se non avesse passato né tradizione. Da Freud in poi - come emergenza di impulsi vitali; la psicoanalisi insegna a cercare la sua autenticità nella libido e nel subconscio, a valorizzare il suo pre-razionale, il fondo barbaro oscuro che sopravvive in noi viene assunto come il fondamento più "vero" dell'io. L’età contemporanea è tutta intrisa di questo sogno dell’arcaico, talora non riconoscibile proprio perché espresso nelle forme dell’”ultramoderno” dalla rivalutazione picassiana dell'arte negra e tribale alle stilizzazioni dell'astrattismo, dal futurismo all'architettura funzionale che suppone un uomo senza cielo, che vive nel 'qui e ora' del suo corpo e del suo tempo senza riserve mentali); fino alla banalità dell'uomo-massa urbano che campa nella civiltà come se fosse la foresta primordiale godendone i frutti senza "cultura” e senza la "tradizione".
Non è stupefacente che la Chiesa sia stata infettata da questa temperie, con il solito ritardo e pochissima consapevolezza, come attardata seguace della contemporaneità. Dalla morte di Pio XII, credo, si fa impellente, recuperare "l'ebraicità" di Cristo che si presume cancellata da due millenni di latinità; il "Kerigma", il "messaggio originario della prima comunità", che si suppone oscurato da venti secoli di commento e interpretazione; la "semplicità e povertà" della liturgia che si sente come falsata dal gregoriano, dal latino, dall'oro, dal sacro fasto. Gli innovatori vogliono tornare alle "origini", alla Chiesa-nomade pellegrina, spogliata dal "trionfalismo" romano e imperiale; è a nome dell'arcaico che esaltano Gerusalemme contro Roma. Rifanno canti e pitture su misura dell'infanzia, simbolo dell'umanità "nuova" senza storia; chiedono all'architettura ultramoderna di costruire chiese quanto più simili a tende, o che perlomeno sembrino casuali e disadorni contenitori di folle profughe: negate le volte e le cupole, i tetti han da essere gittate piatte o lucernari: le pareti sian di cemento nudo, sicché la materia brutale abbia la meglio sulla forma; tutto ricordi l'architettura industriale, massimo punto di coincidenza fra l'Arcaico e il Funzionale. Il tutto ha un significato inequivocabile: gli innovatori ecclesiastici hanno scagliato la Rivelazione (originaria) contro la Tradizione. Il ritorno all'arcaico, che ha sparso solo rovine esterne e interiori, sta finendo. L'esaurimento delle ideologie totalitarie. ne è il sintomo più vistoso. L'uomo non è mai stato "selvaggio": sappiamo che dalla notte ( tempi ha vissuto nella cultura, non nello "stato di natura". Fin da principio, l'ha ossessionato non la fame, la sopravvivenza ma la ricerca di significato, il sacro, il metafisico. La stilizzazione arcaica non fu mai rozzezza infantile, ma intenzione metafisica Le pitture rupestri di Lascaux, di Altamira con le loro vivissime scene naturalistiche,sono autentiche opere d’arte. La conoscenza di popoli diversi ci ha reso impossibile ridurre gli uomini 'primitivi", etnologici o tribali, a barbari: non è mai la vitalità nativa che li spinge, ma una cultura e una storia. Ogni convivenza umana tranne la nostra "di massa" è l'emergenza attuale di un passato vissuto culturalmente. E la Tradizione è il canale più fedele per farcì attingere all'origine della nostra cultura.
La nostra speranza è che il mondo cattolico ne acquisti consapevolezza. Le forme contemporanee che ci disgustano per la loro vacuità, artificialità, o arbitrarietà, indicano che cominciamo a sentire la mancanza della Tradizione; che cominciamo, forse, a guarire dalla ricerca di inesistenti forme arcaiche fuori dalla storia.

Bibliografia:
- L’adeguamento delle chiese secondo la riforma liturgica – (Nota pastorale della Commissione episcopale per la liturgia –CEI)
- IL tramonto del progresso – Maurizio Blondet


RINO TARTAGLINO



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NOTIZIARIO M.C.L.
CIRCOLO S. AGOSTINO – VIA CONSOLAZIONE 1 GENOVA
CARI AMICI, nel numero scorso avevo dato il lieto annunzio del tema sul quale questo anno di grazia 2003 vogliamo particolarmente soffermarci. Vogliamo approfondire la nostra meditazione su GESU’. E’ Lui il fulcro della nostra Fede. Perciò abbiamo proposto di rispondere individualmente alla domanda che Egli stesso ci rivolge: “Voi, chi dite che io sia?”. Nei giorni del nostro Ritiro Spirituale (5 e 6 Aprile p. v.), ciascuno di noi cercherà di darsi una risposta ed eventualmente comunicarla ad altri. Noi, già nello scorso numero, abbiamo cominciato a dare spunti di riflessione, partecipando a tutti le prime due strofe di una nostra poesia, intitolata “GESU’ ”. Nella prima strofa facevamo nostro l’interrogativo del Maestro: “CHI SEI, GESU’, PER ME?”. E rispondevamo che Gesù per noi non è soltanto “un profeta” (come lo è per i musulmani), non è soltanto “un uomo saggio e giusto” che parlò d’amore, di fratellanza, di uguaglianza. Insomma non fu un rivoluzionario (nell’accezione comune della parola) né un politico (di marca socialista), per cui il potere lo tolse di mezzo…. E nella seconda strofa , per darci una risposta su “CHI E’ GESU’ per noi, abbiamo citato Pietro: “GESU’ E’ IL CRISTO, il FIGLIO del DIO VIVENTE” , concludendo che, assieme al Padre e allo Spirito Santo, costituisce l’Eterna Trinità che per amore creò dal nulla l’universo intero. Da qui il nostro giubilo di confessarlo Onnipotente, Onnisciente, tre volte Santo. In questo numero vogliamo andare avanti con i nostri spunti di riflessione trascrivendo la terza e la quarta strofa della suddetta poesia.

G E S U ‘
III
Chi sei Gesù, per me?
Sicuramente il Redentor dell’uomo
Tu scendesti dal cielo sulla terra
Perch’io salissi dalla terra al cielo.
E’ stato commovente il Tuo Natale,
la visita dei Magi,
e poi il silenzio dei Tuoi giovani anni,
finché, venuto il tempo,
parlasti a tutti del Regno di Dio.
Dovunque Tu passassi
sanavi zoppi e davi
la vista ai ciechi.

IV
Chi sei Gesù, per me?
Senz’altro l’uomo Dio, ben accettabile
per i misteri
gaudiosi e gloriosi.
Ma quando parli
del Tuo “dover soffrire”
e mi inviti a seguirti con la Croce
nell’inevitabile
Calvario umano,
io mi smarrisco
e ripeto con Pietro
che io non Ti conosco !


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Augurando buona meditazione a tutti, auspica la benedizione divina su tutti. .

IL PRESIDENTE BALDASSARRE TURCO

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TOSSICODIPENDENZA: COME USCIRNE?
IV - INTOSSICAZIONE FISICA, DIPENDENZA, DANNO CEREBRALE


Oltre a quelli in precedenza considerati, c’è un altro aspetto che merita di essere illustrato a chi, in un modo o nell'altro, si trova di fronte al problema. della droga, ma non dispone ancora degli elementi idonei per interpretarlo correttamente e quindi gestirlo nel modo migliore. Si tratta della differenza fra intossicazione fisica, tossicodipendenza e danno cerebrale.
Per INTOSSICAZIONE FISICA si intende la presenza di agenti chimici tossici nel sangue, derivanti dall'assunzione di droga. Il primo periodo (preliminare al programma di recupero vero e proprio) in cui il ragazzo comincia ad astenersi, fino alla scomparsa di ogni sostanza tossica dal sangue, si chiama fase di disintossicazione. L'insieme dei problemi psico-fisici che in essa si manifestano si chiama crisi di astinenza. La disintossicazione, rispetto al resto , è relativamente facile (anche se non e' certo una passeggiata) e dura al massimo qualche settimana.
Lo scoglio più arduo e' invece la (tossico)-DIPENDENZA vera e propria, che costituisce quel complesso di condizionamenti mentali e fisici per cui un ragazzo non riesce più a vivere senza ricorrere alla sostanza. Di norma, ci vogliono più o meno tre anni per riportare la personalità del ragazzo tossico all'autonomia, cioè alla libertà dalla droga. Ovviamente. quando va bene, cioè quando il ragazzo riesce ad arrivare in fondo. Per DANNO CEREBRALE si intende invece un fenomeno per cui vengono significativamente danneggiate certe parti del cervello e di conseguenza vengono pregiudicate le facoltà ragionative della persona. Questa, oltre a dipendere dalla droga, trova grosse difficoltà a rapportarsi razionalmente col mondo circostante e quindi con chi, come l'operatore terapeutico cerca di aiutarlo. Tale combinazione di problemi, che va sotto il nome di “Doppia Diagnosi”, rende ancora più problematico il processo di recupero. Questo tipo di situazione sta diventando sempre più frequente dopo l'avvento delle droghe sintetiche (ecstasy, etc.), che, oltre a creare la classica dipendenza, "spaccano"' letteralmente il cervello."se la raccontano”
e la raccontano agli altri dicendo: “smetto quando voglio". Da quanto sopra indicato risulta che questa affermazione é priva di fondamento. O meglio, dipende da come la si interpreta. Il vero problema infatti non è smettere, ma riuscire a non ricominciare più, esattamente come col vizio del fumo. E se poi, in aggiunta, il cervello risulta danneggiato, la cosa si complica davvero. Chi desiderasse altre informazioni oltre a quelle già fornite nella presente rubrica è pregato di contattare la redazione, tel. 010-876.398.

(Continua)

TIZIANO SPAGGIARI



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DIFFONDERE LA DROGA E’ UNA GRAVE COLPA, TOLLERARE LA DIFFUSIONE E’ IMPERDONABILE
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LA NUOVA GNOSI
IL VATICANO: VADE RETRO NEW AGE

Il Vaticano affronta la New Age, raccoglie la sfida dei seguaci di questo movimento composito ma sempre anticristiano e indica i punti di contrasto con la vera fede e le strategie che la Chiesa deve porre in atto per raccogliere e vincere la sfida. La New Age, osserva il testo vaticano, non è un fenomeno unitario; e non tutti vi aderiscono appieno, ma occorre valutare anche l'influenza negativa che possono avere l'adesione a visioni salutistiche e terapie orientali o l’acquisto di prodotti che, magari solo per motivi commerciali, portano l'etichetta New Age. La prima cosa che ogni cristiano deve, fare davanti a questi nuovi movimenti è conoscere a fondo la propria fede che comprende l’importanza della dimensione spirituale dell'uomo. Ma tutta la Chiesa si deve mobilitare per contrastare questa filosofia individualista, tanto in voga tra imprenditori, uomini d'affari, la cui impostazione finisce per dimenticare i deboli e i poveri. Questa filosofia, pur nascondendo un “disegno preciso”, esprime una visione tesa a neutralizzare" il Cristianesimo e “condivide con alcuni gruppi di influenza internazionale lo scopo di soppiantare e superare le religioni particolari per far spazio a una religione universale in grado di unire tutta l’umanità”. Il testo indica i punti di incompatibilità tra la fede cattolica e New Age, criticando le concezioni del rapporto con Dio, del ruolo di Cristo (visto come maestro, ma non come salvatore), della morte e della sofferenza, l’assenza del concetto di peccato, il disimpegno sociale. Ma cos’è davvero la New Age, e come si può definire? Difficile dirlo, mentre più facile è identificare una serie di pratiche che derivano da questa filosofia: corsi di cristalloterapia, schedari sui fiori di Bach, informazioni sui mistici e i maghi del Tibet, sullo zen e il tiro dell’arco, musica esoterica, libri come “Siddharta” di Herman Hesse, “L'AIchimista” di Paulo Coelo, “La profezia di Celestino” di James Redfield. O il Reiki, «metodo spontaneo di apertura energetica che permette la pranoterapia ed è il sistema più facile ed efficace dato che chiunque può impararlo e, praticarlo con effetti positivi immediati». Per non parlare della vasta gamma di prodotti e servizi, soprattutto di salute e fitness, hanno acquisito nome e terminologia, senza una grande. consapevolezza dei contenuti teorici. del movimento parareligioso.

I MOTIVI DELLA CONDANNA

LA NEW AGE
- NEGA LA STORIA
- E’ UNA FORMA DI NARCISISMO
- ASSORBIMENTO NEL DIVINO DELL’UOMO CHE PERDE LA COSCIENZA DEL SUO “IO”
- NEGA LA TRASCENDENZA DI DIO
- NON SI CONFRONTA CON LA SOFFERENZA
- NEGA IL PECCATO
- INDUCE A EVITARE L’IMPEGNO SOCIALE
- SPINGE A LEGGERE IL PROPRIO FUTURO NELLE STELLE E NON A COSTRUIRLO

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ECONOMIA
LA SVENDITA DELLE IMPRESE PUBBLICHE

Le "privatizzazioni" delle imprese parapubbliche sono un esempio di cattiva gestione del patrimonio. Il nostro modello ha la caratteristica della vendita in tempi di recessione, cioè al prezzo determinato dal compratore. L’operazione inizia quando nostri responsabili politici e finanziari incontrano banchieri inglesi a bordo del panfilo reale Britannia, in quel 2 giugno 1992, si pongono le basi per la svendita del patrimonio italiano. La Goldman Sachs, oltre che tra i più influenti manipolatori dei prezzi mondiali del petrolio e dei cambi planetari è uno degli "acquirenti primari" del debito Usa e quindi controllano la Federal Reserve.
Gli uomini della Goldman Sachs sono presenti in permanenza dentro il governo americano, e ne dirigono la politica. La presenza di un banchiere d'affari alla testa del National Security Council, l'organo che consiglia il presidente sulle questioni strategiche mondiali, non è nuova. Da quando è caduto il Muro, questi ambienti considerano una questione di "sicurezza nazionale" l'abolizione di ogni controllo sui flussi di capitale nel mondo, e di altri meccanismi di sovranità degli Stati. Anni fa William Webster, ex-direttore della CIA, in un convegno a Los Angeles ha affermato: “bisogna indebolire "i nostri alleati politici e militari, che sono oggi i nostri concorrenti economici". L'Europa e il Giappone diventano il nuovo nemico, nella "guerra economica" sferrata dagli Usa.
La Salomon Brothers controlla, con la Goldman, il mercato mondiale del greggio. Lo fa attraverso la sua Philipp Brothers, meglio nota come Phibro, che opera sul mercato delle materie prime. Il presidente Warren Buffett, oltre che intimo consigliere di George Bush, è il principale azionista del Washington Post (alla cui proprietà partecipa anche la famiglia Meyer, della Banca Lazard) e della rete televisiva ABC. Il possesso di importanti mass-media è essenziale al "lavoro" di questi signori: certe speculazioni devono essere mosse e seguite da campagne di stampa allarmistiche.
La Merrill Lynch venuta alla ribalta la "Pizza-connection", ha superato indenne varie questioni giudiziarie. Anzi, l'ex presidente della Merrill Lynch, Donald Regan era, a quel tempo, Ministro del Tesoro in Usa, responsabile anche per le indagini sul riciclaggio. A questa associazione, che s’identifica con il "governo occulto” Usa, l'IRI ha affidato, il 9 ottobre 1992, la strategia di privatizzazione del Credito Italiano.
A queste imprese il governo italiano si è affidato come cliente. per "consulenze" sulle privatizzazioni. E’ in questa veste che i “consulenti” possono accedere ad informazioni riservate e favorire alcuni altri loro clienti, palesi e occulti, molto più importanti della piccola Italia.

Infine,entra in gioco la Moody's Investor Service, la ditta privata che a Wall Street assegna il rating. Ossia valuta il rischio delle obbligazioni e azioni offerte sui mercati mondiali. Anche della Moody's il governo italiano è cliente, dagli anni in cui ha cominciato a offrire i suoi Buoni del Tesoro sui mercati esteri: noi paghiamo questa ditta perché faccia sapere al mondo quanto "siano credibili" le nostre obbligazioni. Ebbene: quasi in contemporanea con la nomina del governo Amato, la Moody's retrocede i Buoni del Tesoro italiano, alla serie C della credibilità finanziaria. I cattivi voti di Moody's non sono innocui anzi, rendono difficile il collocamento dei titoli di Stato. Per contrastare il crollo delle richieste, la Banca d'ltalia, allora governata da Ciampi: aumenta i tassi sui Bot ad ogni brutto voto di Moody's. E ogni 1% d'aumento dei tassì ha significato un esborso aggiuntivo di 17 mila miliardi per i contribuenti italiani.
Quanto alla “oggettività" delle valutazioni di Moody's nei nostri confronti è tutta da vedere. Inoltre, «proprietaria della Moody's (societa privata a scopo di lucro) è la Dun & Bradstreet, che è anche la proprietaria del Wall Street Journal». Un altro organismo di quei vertici finanziari che sono parte del "governo occulto" americano, che controllano la politica Usa e dispongono dei più potenti mezzi d'informazione per manipolare le opinioni pubbliche. Questa consulenza su come condurre il processo di privatizzazione evidenzia un lampante conflitto d'interessi.

Perché l'attacco contro la lira è avvenuto, come purtroppo sappiamo, nel settembre '92. Un crollo, per scongiurare il quale la Banca d'Italia di Ciampi ha dissipato invano 40 mila miliardi, e che si è concluso con la svalutazione della lira attorno al 30%. Già nel luglio '92, la Goldman Sachs annunciava che la lira era sopravvalutata, e ne indicava in mille lire il rapporto con il marco tedesco (allora sulle 800 lire).
Ad agitare il "rischio Italia" ha cominciato il Financial Times, proprietà di Samuel Brittan, ha continuato l'Economist, proprietà di Evelyn De Rotschild; gli allarmi sono stati poi ripresi dal Washington Post (della Solomon Brothers e dei Lazard) e dal Wall Street Journal (che condivide la proprietà con la Moody's). In Italia quest'allarme artificiale è stato amplificato dai giornali di Agnelli, di De Benedetti e della Confindustria cosa che la dice lunga sulle “interessate” alleanze.
Possiamo far notare che, l'effetto della svalutazione della lira, seguita dalla vendita delle imprese IRI, ha di fatto reso la privatizzazione delle imprese, per gli acquirenti americani, circa il 30% meno costoso, con grave danno per il nostro patrimonio. Di questo, dobbiamo ringraziare i nostri "consulenti" internazionali, che il nostro governo ha pagato profumatamente: in dollari, non in lire svalutate per ottenere un tale risultato. Questa è stata in sintesi la storia delle prime privatizzazioni.

Bibliografia
- IL SOLE 24 ORE - II°semestre 1992
- LA REPUBBLICA – anno 1992
- CONOSCIAMO I NUOVI PADRONI – Maurizio Blondet

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S. MESSA IN RITO LATINO

DOMENICHE E FESTE DI PRECETTO

CASA PROVINCIALE DELLE SUORE DELLA MISERICORDIA

ORE 10

VIA S. GIACOMO 26 GENOVA - Carignano

ASS.NE “ UNA VOCE “
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OBIETTIVO BAGDAD

COSA DECIDONO I GOVERNI SULL’IRAQ

DICONO SÌ ALLA GUERRA

USA
– capofila per la guerra all’Iraq. Il governo ha volontà e mezzi bellici per fare la guerra anche senza alleati ma sarebbe controproducente non avere consensi internazionali. Potenti organizzazioni economiche specialmente multinazionali del petrolio e degli armamenti spingono in questa direzione. Altro motivo più importante è il riordino di tutto il Medio Oriente che dovrà essere costituito da Stati amici.
GRAN BRETAGNA – Blair gioca la carta dell’alleanza con gli USA per avere ancora la possibilità di un ruolo di rilievo sulla scena internazionale.
PAESI DELL’EST EUROPEO – molti di questi Paesi hanno un’economia disastrata e se vogliono avere i finanziamenti devono pagarli politicamente con l’adesione alla linea USA.
ISRAELE – Stato del Medio Oriente che spera di sopravvivere e consolidare la sua posizione attraverso il riordino della zona. Questo è il motivo per cui è favorevole alla guerra all’Iraq e non solo.
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ITALIA – Il governo ha cercato di fare da mediatore anche se si è schierato con Bush. Berlusconi non vuole certo la guerra ma per ragioni di politica interna gioca la carta americana (qualcuno potrebbe fargli lo sgambetto)
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DICONO NO ALLA GUERRA

FRANCIA
– Contraria alla guerra sia per ragioni economiche (contratti con Saddam),sia per ragioni politiche (la vittoria USA sarebbe il riconoscimento definitivo della supremazia americana)
GERMANIA – Contraria alla guerra in ogni caso sia per ragioni economiche, sia per motivi interni (Schroeder ha vinto le elezioni grazie alla linea pacifista), non escluso anche per una prospettiva di indipendenza europea rispetto agli USA.
CINA e RUSSIA – Favorevoli alla linea franco-tedesca per ragioni di autonomia rispetto all’invadenza americana. Nella prospettiva futura, non è escluso che possano diventare oggetto di pressioni politiche, economiche e forse militari da parte USA.
VATICANOIl Papa si è mostrato un vero campione della pace il che non vuol dire essere pacifisti ad ogni costo. Sa che la guerra all’Iraq è motivata da tanti interessi di tipo economico oltre che politico che non possono giustificare questa guerra. L’uccisione di uomini e la distruzione di città non sono giustificate. La guerra preventiva è ammissibile solo se il nemico ti sta per attaccare e non ipoteticamente anni prima. Inoltre, la guerra porterebbe alla distruzione di intere comunità cristiane della zona. Infine, il Vaticano è per un mondo dove e decisioni sono multilaterali e non per un mondo dominato da una superpotenza.

COSA PENSA L’EUROPA DELLA GUERRA


FAVOREVOLI CONTRARI NON SO
GRAN BRETAGNA 30% 47% 23%
FRANCIA 18% 76% 6%
BELGIO 42% 58% 0
SPAGNA 26% 61% 13%
IRLANDA 22% 68% 10%
ITALIA 30% 61% 9%
GERMANIA 20% 69% 11%
(FONTE CIRM)

La stragrande maggioranza degli europei è contraio alla guerra
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DAI DISCORSI (RIPETITIVI) DI BUSH

Le frasi più frequenti e ripetute in merito alla crisi irachena sono:
- bisogna disarmare l’Iraq;
- il tempo è scaduto;
- se non lo farà l’ONU (disarmare l’Iraq), lo faremo noi;
- Saddam deve andarsene;
- Porteremo la libertà agli iracheni.

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3000 BOMBE E MISSILI SULL’IRAQ

BAGDAD - La guerra inizierà con un bombardamento micidiale: almeno tremila tra missili bombe ad alta precisione nelle prime 48 ore. I nuovi modelli di «bombe intelligenti» si abbatteranno sugli obiettivi In un numero di dieci volte superiore a quello usato lo stesso periodo nella fase iniziale della Guerra del Golfo nel 1991. Seguirà l'attacco delle truppe di terra, un'operazione congiunta lanciata dalla Turchia e dal Kuwait, è destinata a terminare la fase più acuta dell'intera campagna entro una settimana. E’ questo il piano d'attacco fatto filtrare nelle ultime ore dagli ambienti militari americani e britannici. Forse per confondere le acque (destinatari delle rivelazioni potrebbero essere proprio gli iracheni).
CORRIERE DELLA SERA pg.8 LUNEDÌ 3 FEBBRAIO 2003 ____________________________________________________________________
BOTTINO DELLA GUERRA CONTRO L’IRAQ

COMPRATE AZIONI DI SOCIETÀ
petrolifere americane”. In una nota agli investitori datata 31 gennaio, Bank of America Securities esalta senza giri di parole le opportunità offerte dal regime del dopo Saddam. “L’apertura dei campi petroliferi, unita alla fine dell'insicurezza per gli investimenti nella regione, sarà positiva per le società americane del settore”. L’analista spiega perfettamente legale che la forza di occupazione usi i proventi del petrolio per pagare società allo scopo di aumentare la produzione di greggio".
In caso di conflitto, le carte verrebbero ridistribuite a vantaggio delle società americane. Nel corso di un'eventuale occupazione, gli Stati Uniti provvederebbero a rendere più sicuri i 1.500 pozzi di petrolio iracheni. Questo enorme mercato spetterà quasi sicuramente alle aziende americane come Halliburton, Baker Hughes e Weatherford International, che hanno già ottenuto dei contratti o hanno in corso delle trattative. Queste società saranno tallonate dai colossi americani della produzione e distribuzione. Exxon Mobil, Unocal e Chevron Texaco. Dagli attuali due milioni di barili al giorno, la produzione potrà passare a sei milioni entro cinque anni. Nel lungo periodo. la massimizzazione della produzione di petrolio iracheno è considerata la principale priorità dell’amministrazione Bush. Si tratterebbe di uno spettacoIare rovesciamento della situazione. Nel corso degli ultimi dieci anni, gli Stati Uniti sono rimasti tagliati fuori dai contratti petroliferi in lraq. Società russe. francesi e cinesi si sono divise questa torta. Appoggiato dagli americani, l’oppositore iracheno Ahmad Chalabi, che guida il gruppo dissidente del Congresso nazionale iracheno, ha denunciato tutti i contratti petroliferi esistenti, avviando contemporaneamente delle trattative con le compagnie americane e dichiarando che le avesse ricompensate con dei contratti se Washington avrebbe liberato Bagdad da Saddam. “Se le altre società vogliono conservare la loro parte della torta, dipenderà dalla partecipazione del loro paese allo sforzo bellico”; questo è il parere di James Woolsey, ex direttore della Cia.
Le Temps, Svizzera –20 Febbraio 2003
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GUERRA UNILATERALE – CRIMINE CONTRO LA PACE

“Ogni stato ha il dovere di proteggere la libertà e la sicurezza dei propri cittadini, disarmando chi vuole uccidere”. Ma una guerra unilaterale “sarebbe un crimine contro la pace”.
arcivescovo Jean Louis Tauran (CITTA’ DEL VATICANO – 24/2/2003)

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CONSIGLIERI DI BUSH

ARI FLEISCHER (Portavoce della Casa Bianca)
Prima della visita di Pio Laghi inviato del Papa a Washington in missione di pace.
Ari Fleischer dichiara: “Il Presidente non si farà influenzare dal Papa” Washington 3/3/2003
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IL PENSIERO STRATEGICO AMERICANO

L’Iraq è stato uno dei problemi principali della politica estera americana fin dagli anni novanta. Non dimentichiamo che il primo responsabile americano ad aver parlato di un cambiamento di regime in Iraq e della possibile eliminazione di Saddam Hussein è stata Madeleine Albright, segretario di stato di Bill Clinton. Anche senza l’11 settembre, prima o poi ci sarebbe stato uno scontro con Saddam Hussein. Si tratta innanzitutto di un problema di sicurezza regionale.(…) Non credo che Bush sia animato dalla volontà di portare la democrazia in Medio Oriente. Sarebbe troppo ottimista.(…) Se si creerà un governo più libero in Iraq ciò avrà degli effetti (positivi) su tutto il mondo arabo.(…) Nessuno tra i responsabili dell’amministrazione Bush ha mai creduto di poter risolvere il problema dell’Iraq solo con il disarmo. La risoluzione 1441 è stata un compromesso tra chi pensa che bisogna sbarazzarsi di Saddam Hussein e chi vuole evitare la guerra.
La politica degli Stati Uniti mira da molto tempo a preservare la loro supremazia nel mondo. Dirlo in modo chiaro, nero su bianco, nel Documento di sicurezza nazionale (pubblicato nel settembre scorso dall’Amministrazione Bush) è una dimostrazione di sincerità.
ROBERT KAGAN ispiratore della politica estera USA
INTERNAZIONALE 14/3/2003
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ALTERNATIVA PACE-GUERRA

Il Papa durante l’Angelus (9/3/2003) –“l’alternativa pace-guerra è una scelta tra il bene e il male – Nell’intimo di ogni persona si manifestano la voce di Dio – ha continuato il Pontefice – e quella insidiosa del maligno. Quest’ultima cerca di ingannare l’uomo seducendolo con la prospettiva di falsi beni, per distoglierlo dal vero bene, che consiste proprio nel compiere la volontà divina”.
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UN UOMO DI FEDE

GEORGE BUSH alla vigilia dello scoppio della guerra all’Iraq passa lunghi periodi in solitudine a meditare ed a leggere i Salmi per essere certo di prendere la decisione più giusta. Così riferisce Bush padre.
LA STAMPA 10/3/2003

Insomma, prima i Salmi e poi…..le salme!
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ULTIMISSIME - 23/3/2003 – la guerra è iniziata da 4 giorni all’insegna del “colpisci e terrorizza”(e lo dicono anche). Obiettivo finale “Iraq libero”. Notizie vere e false si susseguono, ognuno dice la sua verità. IL periodo di incertezza e’ finito, con la guerra sale la borsa. Pubblicato piano di ricostruzione per il dopo guerra. Multinazionali americane partecipano soddisfatte. Gli affari sono sempre affari.
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RASSEGNA STAMPA


MECCA - COLA

LA REPUBBLICA 10/2/2003 – UN’ALTERNATIVA ARABA ALLA COCA COLA E’ STATA CREATA A PARIGI DA UN TUNISINO CHE CON LO SLOGAN “NON BEVETE PIU’ IDIOTA, BEVETE IMPEGNATO” COMBATTE CON SUCCESSO LA SUA JIHAD CON BUONI AFFARI PERSONALI – COMMENTO - E’ LA JIHAD MENO PERICOLOSA
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ISLAMIZZAZIONE STRISCIANTE

AVVENIRE – 19/2/2003
– SUDAN, NIGERIA, LIBIA E SENEGAL- DA TEMPO SI VERIFICANO SEMPRE PIU’ AZIONI PER ISLAMIZZARE TOTALMENTE QUESTI PAESI. SCUOLE, LIBRI MOSCHEE SONO FINANZIATE DALL’ARABIA SAUDITA CON IL PRECISO INTENTO DI FARE DELL’AFRICA UN CONTINENTE COMPLETAMENTE ISLAMICO – COMMENTOFONDAMENTALI STI ISLAMICI POSSONO NON ESSERE TERRORISTI MA CON IL CORANO IN MANO FANNO ANCHE DI PEGGIO
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NAVI DEL TERRORE

LA STAMPA – 20/2/2003
– PER I SERVIZI SEGRETI INGLESI, TRE NAVI CON LE ARMI PROIBITE DI SADDAM NAVIGHEREB- BERO A FARI SPENTI NELL’OCEANO INDIANO – COMMENTO CHE I SERVIZI SEGRETI RACCONTINO BUGIE E’ NORMALE, MA CHE SIANO TANTO STUPIDE FA DUBITARE DELLA LORO EFFICIENZA; E' TROPPO
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CACCIA AI “TRENI DELLA MORTE”

IL SECOLO XIX – 24/2/2003
– PACIFISTI CERCANO DI BLOCCA RE VAGONI CARICHI DI MEZZI DIRETTI ALLA BASE USA – COMMENTOANCHE I PACIFISTI DEVONO RISPETTARE LA LEGALITA’
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DOLLY, NON FU VERA GLORIA

TUTTOSCIENZE – 5/3/2003
– LA VICENDA DELLA CLONAZIONE HA EVIDENZIATO CARENZE SPERIMETALI E CONCETTUALI. LA PECORA ERA NATA VECCHIA E SOFFRIVA DI DIVERSE MALATTIE,COSI’ E’ STATA SOPPRESSA. COMMENTO PER FORTUNA CHE L’UOMO NON PUO’ FARE TUTTO: SAREBBERO SOLO GUAI
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RECENSIONI


LA FABBRICA DELL’OLOCAUSTO di NORMAN FINKELSTEIN

Norman Finkelstein - docente di Scienze politiche alla City University of New York è nato, all’indomani della seconda guerra mondiale, da genitori ebrei fortunosamente scampati ai campi di concentramento nazisti. Egli ha contribuito, anni fa, a riscrivere la storia del conflitto mediorientale secondo la maniera dei «nuovi storici» israeliani, pronti a riconoscere quanto di tendenzioso contiene la leggenda. storica di un Israele sempre aggredito e sempre innocente. Questo autore ha inteso denunciare la logica politica che malamente sì nasconde dietro l'«industria dell'Olocausto»: lo sfruttamento della sofferenza degli ebrei. Per oltre vent'anni dopo il 1945, lo sterminio nazista non fece notizia in Israele, e meno che mai negli Stati Uniti.
Allora, sia i padri fondatori dello Stato israeliano, sia i dirigenti della comunità ebraica americana ebbero tutto l'interesse a stendere un velo di silenzio sopra la miscela di calcolo, neghittosità, indifferenza che al tempo della Soluzione finale aveva spinto gli uni e gli altri all'inazione: a far poco o nulla per cercare di salvare gli ebrei d’Europa. Secondo Finkelstein, tutto cambiò dopo il l967 e a maggior ragione dopo il ‘73, quando nel conflitto arabo-israeliano, Israele passò dalla posizione di chi si difende a quella di chi attacca: il precedente storico rappresentato dall'Olocausto apparve allora il migliore degli argomenti per sostenere le ragioni politiche del Grande Israele.
Finkelstein ha scritto il suo libro per sfatare la leggenda della tesi sull'«abbandono degli ebrei», che rischiavano un nuovo olocausto per opera di un nuovo nazismo, quello degli arabi e denunciare il “statisti” come Ariel Sharon hanno potuto agire indisturbati e con metodi brutali contro i palestinesi in Libano e in Cisgiordania.
Finkelstein respinge l'equazione morale che apparenta ogni critica della politica d'Israele a bieco antisemitismo. Perché rigetta la rivendicazione storica dell'unicità del genocidio degli ebrei: come se, nella Germania stessa del Terzo Reich, i disabili e gli zingari fossero andati incontro a un destino differente; come se il Novecento non avesse conosciuto altri genocidi, dagli armeni di Turchia ai tutsi del Rwanda.
La parte più interessante del libro è quella in cui si sofferma sulla gigantesca battaglia legale avviata dalla comunità ebraica americana negli anni novanta, per ottenere dalle banche svizzere e industrie tedesche un risarcimento finanziario per la Soluzione finale: qui la tragedia diventa. farsa. Allo scopo di aumentare l'entità delle cifre richieste (e delle loro parcelle), gli avvocati delle cosiddette «vittime bisognose dell'Olocausto» hanno infatti pensato bene di gonfiare a dismisura il numero dei sopravvissuti dei lager: con il risultato - storicamente paradossale di sminuire l'entità numerica dello sterminio stesso...
“Il libro di Finkelstein è troppo indignato per non riuscire fastidioso, e troppo schierato per non riuscire apodittico”, come dice Sergio Luzzatto, possiamo anche non condividere totalmente le tesi di Finkelstein, ma rappresentano comunque una buona base di partenza per esaminare con serenità e senza pregiudizi un’epoca storica che è tuttora oggetto di indagine politica oltreché storica.

RINO TARTAGLINO



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BUSHIANA
IL RE E IL PRINCIPE -Parte I


In un paese d'oltre mare viveva un Gran Re che un giorno del '91 decise di andare in guerra contro un crudele Tiranno che uccideva i suoi cittadini e molestava anche i vicini. IL Gran Re molto magnanimo, fece la guerra usando bombe tanto intelligenti che non facevano morire le genti ma, solo dormire un lungo sonno (siamo ancora in attesa del risveglio). Quando le sorti del Tiranno sembravano segnate il Re gentile bloccò il suo esercito e condonò le sue colpe.
Passano gli anni, ma il Tiranno sanguinario, invece di essere riconoscente, impara la lezione e di nascosto prepara armi di distruzione di massa e mette insieme un formidabile esercito.
Per nostra fortuna, il Re gentile ha un figlio che per intelligenza e furbizia non ha uguali. E' tanto eccezionale che abitualmente comunica col buon Dio attraverso il consiglio d’amministrazione della sua azienda petrolifera.
Cosi decide che la sua missione è di portare la pace nel mondo e finire il lavoro che il padre aveva lasciato a metà. Annientare il tiranno con la guerra preventiva. IL seguito di questa storiella ancora non la conosciamo ma, non vi preoccupate nel prossimo numero vi informeremo sulla conclusione.
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